Pakistan: proteste contro la condanna del killer del governatore che difese Asia
Bibi
In tutto il Pakistan si registrano tensioni, proteste e manifestazioni violente dei
gruppi islamici dopo il verdetto di condanna a morte emesso per Mumtaz Qadri, l’assassino
del governatore Salman Taseer. Taseer si era battuto per difendere Asia Bibi, donna
cristiana condannata a morte ingiustamente per blasfemia, e per modificare gli articoli
del Codice Penale che costituiscono la cosiddetta “legge di blasfemia”. Le proteste,
notano fonti dell'agenzia Fides, mettono in allarme i cristiani e in particolare Asia
Bibi. Ieri gruppi radicali e partiti religiosi sono scesi in strada a Karachi, Lahore
e Rawalpindi gridando slogan contro il governo e contro il giudice che ha condannato
Qadri. Qadri è chiamato “eroe islamico”, “vero guerriero dell'Islam”. La “Alleanza
per difendere il Profeta” (Tahaffuz-e-Namoos-e-Risalat), costituita da una rete di
gruppi islamici estremisti, ha dichiarato il verdetto “politicamente motivato” e ha
chiesto l'annullamento immediato della sentenza. Il leader musulmano Tehreek Sarwat
Ijaz Qadri, stigmatizzando la sentenza, ha detto: “Il tribunale non ha dato ascolto
al Corano e alla Sunna. Faremo ricorso contro la decisione presso l’Alta Corte”. La
rete considera Qadri “un uomo pieno di luce, perché ha ucciso chi sosteneva l'abrogazione
della legge sulla blasfemia. Un vero musulmano come lui non poteva sopportare di sentire
qualcosa contro l'amato Profeta Muhammad. Lo stesso sarà il destino della bestemmiatrice
cristiana Asia Bibi”. Intanto il giudice che ha emesso la sentenza, Pervez Syed Ali
Shah, è in pericolo di vita ed è scortato dalla polizia. Fonti di Fides ricordano
che diversi anni fa un giudice nel Punjab, cha aveva dichiarato innocenti due giovani
cristiani accusati di blasfemia, è stato ucciso da un fanatico. Padre Francesco Saverio,
sacerdote della diocesi di Lahore, ha dichiarato a Fides: “Anche se Taseer avesse
fatto qualcosa contro la legge, avrebbe dovuto essere processato in tribunale e non
barbaramente ucciso. Anche secondo la legge islamica aveva diritto a un processo,
con accusa e difesa”. Il vescovo anglicano mons. Alexander John Malik ha detto: “Sono
contro la pena di morte: nessuno ha diritto di uccidere un altro uomo. Ma a volte
è necessario prendere decisioni audaci, per poter assicurare lo stato di diritto e
affermare che nessuno è al di sopra della legge”. Haroon Barkat Masih, presidente
della “Masihi Foudation”, organizzazione che si occupa di Asia Bibi, spiega a Fides:
“La nostra Costituzione ci dà la libertà di esprimere le nostre opinioni. Se dico
che la legge sulla blasfemia è immorale e dovrebbe essere abrogata, vuole forse dire
che qualcuno può impunemente uccidermi?” (D.M.)