Laos: le “Comunità della parola” per aiutare la pastorale e favorire le vocazioni
Sono 30 giovani – 20 seminaristi nel Seminario maggiore e 10 impegnati nell’Anno propedeutico
a Paksè – la speranza e il futuro della Chiesa laotiana. A spiegarlo alla Fides è
padre Adun Hongsaphong, teologo e Rettore del Seminario maggiore nel vicariato apostolico
di Paksè, nel Sud del Laos. Padre Adun è uno dei tre preti che svolge opera pastorale
nel vicariato, composto da 4 province: “Comunità cristiane ci sono soprattutto nella
provincia di Champasak – racconta – nelle altre sono molto disperse. Nel vicariato
siamo solo un Vescovo e tre preti e il lavoro pastorale non è facile: siamo sempre
in viaggio, ci sono difficoltà per visitare le comunità e pregare con le famiglie”.
Ma “stiamo rivedendo le modalità della pastorale – spiega – cercando di incentrarla
sulla Parola di Dio: proviamo a creare delle ‘Comunità della Parola’ e da lì ci aspettiamo
dei cambiamenti, perché la Parola di Dio dà forza e potrà suscitare nuove vocazioni”.
Le vocazioni, e quindi nuovi sacerdoti, sono vitali per il futuro della piccola Chiesa
laotiana, comunità di circa 50mila fedeli e in tutto 15 sacerdoti, in un Paese dove
vige ancora il blocco dei missionari stranieri, imposto dal comunisti del “Pathet
lao” nel 1975, quando tutti furono espulsi. A partire dal 1991 il governo ha gradualmente
allentato la morsa sui fedeli, concedendo, anno dopo anno, una maggiore libertà di
culto e di religione: “Oggi i rapporti con le autorità sono cordiali”, spiega padre
Adun. La concreta libertà di religione, prosegue “varia a seconda delle province e
dipende soprattutto dalle autorità locali e non tanto dalla Costituzione, che prevede
la libertà di culto. Nelle grandi città, dove le chiese sono visibili, c’è più libertà,
nelle aree rurali ce n’è di meno”. Fra gli esempi citati dal sacerdote, vi è l’impossibilità
di costruire nuove chiese (il governo non le autorizza) ma, d’altro canto “si possono
restaurare o ricostruire gli edifici già esistenti, ed è prevista la possibilità di
riavere le chiese in passato confiscate, utilizzandole di nuovo per il servizio pastorale”.
Per questo l’urgenza e la sfida della Chiesa in Laos è oggi quella di “rinnovare la
catechesi e l’evangelizzazione, la fede vissuta nelle famiglie e nelle comunità”,
creando “parrocchie e comunità che possano risplendere nella testimonianza evangelica”.
D’altronde oggi i fedeli cristiani laotiani – data l’assenza di missionari – non sono
più percepiti come “stranieri”e stanno cercando di recuperare elementi della cultura
locale nella liturgia e nella pastorale, in modo da integrarsi sempre meglio nel tessuto
sociale del paese. “Abbiamo fiducia nello Spirito Santo, che guida la nostra Chiesa
e i nostri progetti, che cerchiamo di conformare alla volontà di Dio”, conclude. (D.M.)