2011-10-02 14:50:05

Proteste contro Wall Street a New York, 700 manifestanti arrestati


Negli Stati Uniti, si allarga la protesta degli ‘indignados’ contro la finanza e la politica, ritenuti responsabili della crisi economica. La polizia di New York ha arrestato circa 700 persone che hanno bloccato per alcune ore il ponte di Brooklyn. Le manifestazioni si susseguono anche in alcuni Paesi europei, mentre le istituzioni di Bruxelles, sotto la pressione dei mercati, sono chiamate a dare risposte concrete. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Rafforzamento del fondo salva-Stati e dossier Grecia, Paese che rischia il fallimento e l’uscita dall’Eurozona. Questi i temi caldi della settimana che sta per aprirsi e che saranno al centro del prossimo vertice – probabilmente il 9 ottobre - tra il presidente francese Sarkozy e la cancelliera tedesca Merkel. Domani, peraltro, a Lussemburgo si apre la riunione dei ministri delle Finanze dell’Ue. In giornata, invece, il governo di Atene potrebbe annunciare nuove misure riguardanti il pubblico impiego. Mobilità per 30 mila unità e riduzione degli stipendi del 40% per un anno: una soluzione caldeggiata da Bruxelles per ottenere il prezioso prestito europeo di 8 miliardi di dollari che eviterà il tracollo del Paese ellenico. I vertici dell’esecutivo Papandreu sono fiduciosi, mentre in Europa cresce il malcontento popolare. Ieri manifestazioni in Portogallo e Ungheria e all’orizzonte c’è la prima giornata europea di mobilitazione contro le politiche anti crisi. In Italia si scenderà in piazza il 15 ottobre e altre agitazioni sono in programma nei giorni successivi. E il dissenso nei confronti del sistema finanziario è diventato evidente anche negli Stati Uniti. Dopo giorni di presidi, gli ‘indignados’ hanno marciato sul ponte più famoso di New York, quello di Brooklyn. La polizia ha dovuto interrompere la circolazione, fermando circa 700 manifestanti. Alcuni sono stati rilasciati immediatamente, ma il fermento è arrivato anche a Boston e San Francisco dove si contano una trentina di arresti. Ora le proteste puntano a Washington.

Medio Oriente
Israele ha accettato la richiesta del Quartetto per il Medio Oriente – composto da Usa, Ue, Onu e Russia - per la ripresa immediata dei negoziati di pace con i palestinesi. E’ quanto afferma un comunicato del primo ministro israeliano Netanyahu in cui si sollecita l’Anp ad entrare nei negoziati senza ritardi. Israele – si legge inoltre - esprime anche "qualche preoccupazione" che solleverà ai palestinesi "al momento giusto".

Afghanistan
In Afghanistan il presidente Karzai sta rivedendo la strategia di negoziato con i talebani e "molto presto" annuncerà alla nazione i prossimi passi. Lo ha riferito il portavoce della presidenza. Intanto, all’indomani dell’arresto di un importante leader della rete talebana Haqqani da parte delle forze Nato, oggi nove soldati afghani sono morti per l’esplosione di un ordigno artigianale al passaggio del loro veicolo. E’ successo nella provincia di Paktiya vicino alla frontiera col Pakistan.

Kenya-Somalia
Cresce l’apprensione per la sorte della sessantenne francese rapita la notte tra venerdì e sabato in Kenya presso Lamu da un gruppo di uomini armati. Secondo le autorità locali la danna adesso si trova in Somalia e il rapimento sarebbe probabilmente opera delle milizie islamiche di al Shebab, che controllano parte del paese.

Libia
In Libia, allarme della Croce Rossa internazionale per la condizione dei civili a Sirte, la città natale di Gheddafi sotto assedio da diversi giorni. La situazione è disperata: la gente muore per la mancanza di cure mediche di base e l’ospedale è stato distrutto dai razzi. I ribelli hanno proposto ai lealisti due giorni di tregua proprio per consentire ai civili di lasciare la zona. Intanto, la Nato deciderà la prossima settimana sulla fine della missione, mentre ieri a Tripoli sono ripresi i primi voli internazionali e commerciali del dopo-Gheddafi.

Siria
L’opposizione siriana al lavoro nel tentativo di creare un fronte unitario per coordinare le proteste antigovernative. Con questo obiettivo, oggi a Istanbul, in Turchia, il Consiglio nazionale siriano ha indetto una riunione con gli altri gruppi dissidenti per eleggere il presidente e i capi delle diverse commissioni. All’appuntamento, dopo giorni di trattative, parteciperà anche il Consiglio transitorio nazionale.

Yemen
Nello Yemen, all’indomani dell’uccisione del leader terrorista al-Awlaki, decine di soldati hanno perso la vita a causa del "fuoco amico" durante gli ultimi scontri con presunti membri di al Qaeda avvenuti ieri a Zinjibar nel Sud del Paese. Secondo fonti militari l’aviazione ha colpito una scuola che si pensava essere nelle mani dei ribelli.

Tunisia
Al via in Tunisia la campagna elettorale in vista delle elezioni del 23 ottobre. Vi prendono parte decine di formazioni politiche, dopo decenni di dittatura e di partito unico. A vigilare sul processo, iniziato ufficialmente ieri, decine di osservatori dell’Osce che stanno visitando diverse circoscrizioni.

Marocco
Il Marocco ha annunciato di aver smantellato una cellula terroristica composta da 5 persone che utilizzava Internet “per stabilire legami con Al Qaeda, in particolare in Siria, Iraq, Turchia, Yemen e Somalia”. Secondo la polizia, il gruppo aveva “giurato fedeltà ad Al Zawahiri”, considerato l'attuale capo di Al Qaida.

Indonesia
In Indonesia la polizia ha annunciato l’arresto di un uomo sospettato di aver partecipato all'attentato suicida contro una chiesa protestante di Giava, che il 25 settembre scorso ha provocato una ventina di feriti tra i fedeli. L’uomo, considerato il responsabile dell’atto, è stato fermato sull’isola di Sumatra.

Spagna-Eta
L'organizzazione separatista basca Eta si è detta pronta a cooperare con una commissione internazionale di verifica del cessate il fuoco decretato a gennaio. In un comunicato pubblicato dal giornale basco "Gara", l’Eta ha anche rivolto un appello a Parigi e Madrid a riconoscere tale organismo, composto da cinque esperti internazionali di conflitti politici e presentato mercoledì scorso a Bilbao.

Italia - Festa dei nonni
I nonni e le nonne sono insostituibili nella vita familiare. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio in occasione dell’odierna giornata dei nonni. Il Capo dello Stato ha ricordato il sostegno offerto alla crescita e allo sviluppo dei più piccoli e ha sottolineato la necessità che le istituzioni difendano i diritti degli anziani. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 275







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