2011-10-01 16:54:25

Siria, la protesta ancora soffocata nel sangue


Almeno 30 civili sono rimasti uccisi ieri in Siria durante le operazioni delle forze di sicurezza volte a reprimere il 31.mo venerdì consecutivo di proteste anti governative. Lo rende noto la rete televisiva pan-araba Al Arabiya, citando testimoni e fonti dell'opposizione. Epicentro delle violenze la città di al-Rastan dove infuria la battaglia tra militari disertori e le truppe fedeli al governo di Assad. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Per il quinto girono consecutivo, circa 250 tra carri armati e mezzi blindati dell'esercito siriano fedele al presidente Bashar al Assad assediano la città di al-Rastan, dove sarebbero concentrati almeno duemila militari disertori che si sono uniti ai dissidenti. Le ultime testimonianze raccolte dai media arabi e internazionali parlano di truppe lealiste che continuano ad avanzare in una città “quasi del tutto distrutta dai bombardamenti dell'esercito”. Secondo fonti dell’opposizione, “finora si contano 10 militari disertori uccisi e un gran numero di feriti”. E come ogni venerdì, da diversi mesi a questa parte, anche ieri decine di migliaia di oppositori sono scesi in piazza in diverse zone della capitale Damasco, nella provincia meridionale di Daraa, nella provincia nordoccidentale di Idlib, nella città di Hama e in numerosi altri centri. Il bilancio fornito dagli attivisti per i diritti umani è di 30 vittime. L’agenzia ufficiale Sana riferisce, invece, di 13 soldati uccisi e 179 terroristi arrestati. Sul piano politico, mentre la Svizzera in accordo con l'Unione Europea ha inasprito le sue sanzioni contro Damasco, si registrano le parole del premier iracheno sciita, Nuri al Maliki, secondo il quale bisogna scongiurare la possibilità che i disordini in Siria si trasformino “in una guerra confessionale” che “porterebbe caos all’intera regione”.








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