2011-10-01 16:57:43

Malcontento nell'est europeo per il Fondo salva-Stati


Nuovo appello del presidente francese, Nicolas Sarkozy, a favore del salvataggio della Grecia, in vista della riunione di lunedì 3 ottobre dei ministri delle Finanze europei. Il capo dell’Eliseo, inoltre, ha annunciato che nei prossimi giorni si recherà in Germania, mentre in Portogallo e Ungheria oggi i sindacati hanno indetto manifestazioni di protesta contro le misure di austerità varate dai rispettivi governi. In Slovacchia, invece, cresce il malcontento nei confronti del rafforzamento del piano europeo salva-Stati, che martedì prossimo approderà in parlamento. Sul significato del piano, Eugenio Bonanata ha intervistato Luigi Campiglio, docente di Politica economica presso l’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Rafforzare il Fondo salva-Stati significa creare un organismo che consenta di uscire da una crisi forte, tuttora in corso. Certamente, può servire a porre le basi per riportare normalità in tutta l’area dell’euro.

D. – Eppure, alcuni Paesi come la Slovacchia sono contrari a rafforzare il Fondo e rischiano in questa maniera di compromettere tutto...

R. – Le perplessità sono anche legittime, perché è un piccolo Paese che cerca di stare nell’area dell’euro per diventare più forte e certamente non più debole. Ma, allo stesso tempo, non bisogna dimenticare che l’area dell’euro con 27 Paesi pone un problema di processo decisionale veramente urgente: non è possibile che di 27 Paesi un singolo Paese abbia potere di veto su tutti gli altri.

D. – Cosa fare?

R. – Bisogna, con equilibrio e intelligenza, rivedere il processo decisionale all’interno del parlamento europeo, in modo tale che si possa continuare un cammino di integrazione ma, a volte, con eccezioni; come peraltro è già avvenuto nel caso della Gran Bretagna.

D. – Intanto, si rafforza sempre di più l’asse Parigi-Berlino...

R. – Sì, questo è nei fatti. Ma si tratta di un asse che, se da un lato chiede molto, dall’altro deve anche assumersi delle responsabilità di leadership. Una leadership europea, soprattutto in un momento di crisi come questa, è la benvenuta.

D. – Secondo lei, Sarkozy e Merkel sono davvero convinti?

R. – Ho l’impressione che forse la Merkel sia quella più convinta da un lato e forse anche con qualche difficoltà in più. La leadership della Merkel, in questo momento, è una leadership rassicurante per le prospettive europee, finché - ci si augura - dura. Anche se deve fare i conti con un’opposizione interna forte, che è come facesse di tutto per alimentare fughe in avanti da parte di esponenti autorevoli del governo tedesco, come avvenuto per il rappresentante della Banca centrale europea che, con un atto clamoroso a dir poco, si è dimesso dalla sua posizione di rappresentanza, a mercati aperti, un paio di settimane fa, creando uno scompiglio totale nel mondo finanziario.(ap)








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