Malcontento nell'est europeo per il Fondo salva-Stati
Nuovo appello del presidente francese, Nicolas Sarkozy, a favore del salvataggio della
Grecia, in vista della riunione di lunedì 3 ottobre dei ministri delle Finanze europei.
Il capo dell’Eliseo, inoltre, ha annunciato che nei prossimi giorni si recherà in
Germania, mentre in Portogallo e Ungheria oggi i sindacati hanno indetto manifestazioni
di protesta contro le misure di austerità varate dai rispettivi governi. In Slovacchia,
invece, cresce il malcontento nei confronti del rafforzamento del piano europeo salva-Stati,
che martedì prossimo approderà in parlamento. Sul significato del piano, Eugenio
Bonanata ha intervistato Luigi Campiglio, docente di Politica economica
presso l’Università Cattolica di Milano:
R. – Rafforzare
il Fondo salva-Stati significa creare un organismo che consenta di uscire da una crisi
forte, tuttora in corso. Certamente, può servire a porre le basi per riportare normalità
in tutta l’area dell’euro.
D. – Eppure, alcuni Paesi come la Slovacchia
sono contrari a rafforzare il Fondo e rischiano in questa maniera di compromettere
tutto...
R. – Le perplessità sono anche legittime, perché è un piccolo
Paese che cerca di stare nell’area dell’euro per diventare più forte e certamente
non più debole. Ma, allo stesso tempo, non bisogna dimenticare che l’area dell’euro
con 27 Paesi pone un problema di processo decisionale veramente urgente: non è possibile
che di 27 Paesi un singolo Paese abbia potere di veto su tutti gli altri.
D.
– Cosa fare?
R. – Bisogna, con equilibrio e intelligenza, rivedere il
processo decisionale all’interno del parlamento europeo, in modo tale che si possa
continuare un cammino di integrazione ma, a volte, con eccezioni; come peraltro è
già avvenuto nel caso della Gran Bretagna.
D. – Intanto, si rafforza
sempre di più l’asse Parigi-Berlino...
R. – Sì, questo è nei fatti.
Ma si tratta di un asse che, se da un lato chiede molto, dall’altro deve anche assumersi
delle responsabilità di leadership. Una leadership europea, soprattutto in un momento
di crisi come questa, è la benvenuta.
D. – Secondo lei, Sarkozy e Merkel
sono davvero convinti?
R. – Ho l’impressione che forse la Merkel sia
quella più convinta da un lato e forse anche con qualche difficoltà in più. La leadership
della Merkel, in questo momento, è una leadership rassicurante per le prospettive
europee, finché - ci si augura - dura. Anche se deve fare i conti con un’opposizione
interna forte, che è come facesse di tutto per alimentare fughe in avanti da parte
di esponenti autorevoli del governo tedesco, come avvenuto per il rappresentante della
Banca centrale europea che, con un atto clamoroso a dir poco, si è dimesso dalla sua
posizione di rappresentanza, a mercati aperti, un paio di settimane fa, creando uno
scompiglio totale nel mondo finanziario.(ap)