Messaggio del Papa ai vescovi europei: cercare strade nuove di evangelizzazione
Papa Benedetto XVI incoraggia i vescovi europei a “individuare con audacia missionaria
strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni”.
Lo fa con un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato, cardinale Tarcisio
Bertone, indirizzato al presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa
(Ccee), cardinale Péter Erdő. L’occasione è stata ieri l’apertura dell’assemblea plenaria
del Ccee riunito a Tirana fino al 2 ottobre, nel 40.mo della sua nascita. Il servizio
di Fausta Speranza:
Il Papa
incoraggia i vescovi europei definendo il Ccee una “preziosa struttura di collegamento
tra episcopati europei che – aggiunge - da quarant’anni promuove una proficua collaborazione
in attività pastorali ed ecumeniche”. Da parte sua, il presidente del Ccee, il cardinale
Erdő, proprio in occasione del quarantesimo anniversario, ribadisce,
nella sua prolusione, la missione: “sostenere la Chiesa in tutto il continente – dice
- e avere una speciale attenzione per le Chiese che nell’ultimo secolo hanno sofferto
molto sotto la dittatura dei regimi atei”. “Oggi – afferma - possiamo affermare con
fiducia che la rinascita della Chiesa in questi Paesi è prova della Provvidenza divina
e della fede in Cristo crocifisso e risorto”. “Se l’Europa dei popoli sta ancora cercando
di imparare a ‘respirare con due polmoni’, - sottolinea ricordando un’espressione
di Giovanni Paolo II - noi siamo convinti che, sin dalla sua fondazione, il nostro
Consiglio sia stato uno spazio privilegiato per guardare sempre all’intera Europa
con le sue difficoltà e i suoi problemi ma anche con i tanti frutti della benedizione
di Dio”.
Poi una parola in riferimento alla “grave situazione economica
di tanti Paesi europei” di fronte alla quale – sottolinea il cardinale Erdő
-, la Chiesa "cerca di mostrare una via d'uscita”. Per giungere a questa via d'uscita
– spiega - è fondamentale aprire la ragione e il cuore a Dio e quindi avere anche
un'altra prospettiva della vita sociale determinata dalla solidarietà e dalla gratuità".
E il presidente del Consiglio dei vescovi europei avverte: “Uno dei sintomi più visibili
della crisi in Europa è senz'altro il collasso dell'economia, ma molto più profonda
e insidiosa è la crisi etica e antropologica che si annida specialmente nella vita
delle famiglie, nelle strutture educative, nei media….”. Parla inoltre delle discriminazioni
dei cristiani: “Basta dare uno sguardo ai fatti riportati dall'Osservatorio sull'intolleranza
e la discriminazione contro i cristiani in Europa – dice - per rimanere sconcertati
di fronte al numero di casi presenti in Europa di persone discriminate, in modo velato
o evidente, nel loro luogo di lavoro o nei vari ambiti della vita sociale soltanto
perché sono cristiane”. “D'altra parte, - aggiunge - noi tutti sappiamo come, l'influenza
di un certo atteggiamento anti-cristiano si diffonde sistematicamente nei mezzi di
comunicazione sociale, nei libri di scuola o nell'opinione pubblica”. C’è da dire
che stamane, Jean-Luc Moens, coordinatore delle missioni cittadine in Europa, ha presentato
il risultato di un questionario del CCEE, dal quale emerge l’immagine di una Chiesa
che si trova a vivere “in una situazione simile a quella degli Atti degli Apostoli,
immersa in una cultura straniera”. Emerge una grande diversità tra Paesi ma anche
un elemento comune: la necessità di aiutare tanti cristiani ad andare oltre la professione
di fede per scoprire una relazione personale con Cristo.
L’assemblea
degli episcopati europei ha accolto ieri la richiesta di mons. Milan Šašik,
vescovo eparchiale di Mukachevo dei Ruteni di rito bizantino, di diventare membro
del Consiglio Ccee, secondo la formula proposta dalla Congregazione per le Chiese
Orientali. Pertanto il Ccee è ora composto dai presidenti delle 33 Conferenze episcopali
presenti in Europa e dagli arcivescovi di Lussemburgo, del Principato di Monaco,
di Cipro dei Maroniti, dal vescovo di Chişinău (Rep. Moldova) e dal vescovo
eparchiale di Mukachevo. Vi partecipano inoltre il presidente della Conferenza episcopale
del Kazakhstan e il Patriarca di Gerusalemme dei Latini che hanno lo status di invitati
permanenti.