2011-09-29 14:20:52

Pakistan: continuano il pregiudizio e l'intolleranza religiosa


“Qualche giorno fa sono andato a farmi stampare alcune immaginette sacre e fotografie raffiguranti il volto di Gesù e la Croce. Il personale della tipografia dopo aver visto le immagini religiose si è rifiutato di fare il lavoro e mi ha parlato della loro politica di non stampare quel tipo di raffigurazioni.” E’ accaduto ad un diacono camilliano di Okara, nel Punjab. Mushtaq Anjum, ha aggiunto che continuano a dilagare il pregiudizio e l’intolleranza verso le persone che professano altri credo e religioni, diversi da quella musulmana. “Questa situazione chiama tutti noi cristiani ad essere molto più coraggiosi nel seguire Cristo di fronte alle difficoltà, ed è anche una sfida per la Chiesa del Pakistan a non cedere alle pressioni e continuare a professare la propria fede. Il governo e le autorità competenti dovrebbero entrare nel merito dell’istruzione scolastica e rivedere la programmazione che alimenta l’intolleranza verso i cristiani e le altre minoranze”, ha raccontato all’agenzia Fides il diacono prossimo all’ordinazione sacerdotale, che si celebrerà il 28 ottobre. Parlando di pregiudizio e intolleranza religiosa, padre Francis Lazarus, parroco di Chak, ad Okara, ha detto che “questo particolare episodio rispecchia il crescente clima di intolleranza religiosa che impera nella società pakistana. I Cristiani di tutto il paese sperimentano quotidianamente questo tipo di agonia e discriminazione”. Da quando il Pakistan è diventato uno Stato indipendente, ospita diversi gruppi etnici e popolazioni appartenenti a gruppi religiosi musulmani, hindu, cristiani, ecc. Negli ultimi 30 anni l’intolleranza religiosa è aumentata in modo drammatico nonostante l’impegno della Chiesa cattolica, di altre denominazioni religiose e dei leader musulmani. La gente onesta e di buona volontà continua a lavorare per la pace e l’armonia. Tuttavia, questi sforzi rimangono circoscritti. La maggior parte delle volte, in situazioni critiche e difficili, per paura, questi leader rimangono in silenzio, pregiudicando i loro sforzi per l’armonia religiosa. I pregiudizi non si limitano ai gruppi fondamentalisti, sono penetrati nel tessuto sociale. La gente, nei luoghi comuni, mercati, villaggi, hanno assunto un atteggiamento radicale nell’approccio e non accettano più persone con idee e credo religiosi diversi dai loro. (R.P.)







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