Mons. Miglio: sta crescendo la consapevolezza di una rinnovata presenza cattolica
nella società civile
Cresce il dibattito in Italia su una rinnovata presenza dei cattolici nella società
civile e in politica. Ne ha parlato lunedì scorso il presidente della Conferenza episcopale
italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, in occasione dell’apertura della sessione
autunnale del Consiglio episcopale permanente della Cei. Fabio Colagrande ha
intervistato mons. Arrigo Miglio, vescovo d’Ivrea e presidente del Comitato
scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani. Quali
le sue impressioni?
R. – Anzitutto,
l’impressione di una cultura unitaria che sta crescendo, quindi un movimento unitario
dentro al mondo cattolico, una consapevolezza maggiore di ritrovare un’unità culturale
su quelli che sono i valori alla base della vita dell’uomo e della vita della famiglia,
ma sono anche i valori fondanti per ogni sviluppo sociale e anche per ogni discorso
sulla pace. Quindi, una nuova responsabilità da parte del mondo cattolico. Le parole,
dunque, che il cardinale Bagnasco ha pronunciato lunedì 26 non mi sorprendono, direi
mi confermano che c’è un cammino, c’è uno sviluppo della situazione, della coscienza
del mondo cattolico in Italia, della nuova consapevolezza dell’urgenza di una presenza.
Si sta rafforzando direi questa base culturale comune, che è la condizione indispensabile,
perché poi i cattolici possano trovare forme incisive di presenza nel Paese, a servizio
del vero bene comune.
D. – Potremmo dire che c’è un modo nuovo con il
quale i cattolici vogliono contribuire al bene comune del Paese, proponendo dei valori
che puntano sull’uomo, che in qualche modo possono essere condivisi al di là della
religione, della confessionalità...
R. – Mi pare davvero la grande sfida
che i cattolici, che la Chiesa ha oggi in Italia. Aiutare a capire, e questo dipende
in parte anche da noi - quindi, l’attenzione al linguaggio, al modo di porci - aiutare
a capire, al di là dei pregiudizi, che i punti fermi su cui la Chiesa continua ad
insistere sono per il bene di tutti, non sono bandiere confessionali: sono le condizioni
per uno sviluppo. Diciamo che non mancano le voci laiche, che riconoscono anche questo.
Ad esempio il collegamento strettissimo tra i valori legati alla vita e alla famiglia
e quelli della giustizia, dello sviluppo sociale e della pace. Vorrei poi sottolineare,
in particolare, un impegno con i giovani. Credo che questa sia una strada da tenere
d’occhio in modo particolare: l’incoraggiamento ai giovani, a prepararsi e a buttarsi
anche nell’impegno politico. Certo, c’è bisogno di fare spazio ai giovani: molti giovani
sarebbero disponibili, ma non sempre riescono a trovare lo spazio sufficiente. Questo
lo ha sottolineato anche il Santo Padre in diversi discorsi, nei suoi viaggi all’estero:
incoraggiare i giovani ad un servizio diretto, non solo nel sociale, ma anche nella
politica. D’altra parte i giovani cercano una presenza di tipo nuovo ed è un po’ quanto
ha detto molte volte anche il Papa: il bisogno di una nuova generazione di cattolici
impegnati in politica, dove il nuovo non è solo anagrafico, non è solo cronologico,
ma è forma nuova di presenza. Questo spiega anche una certa cautela: si va avanti
a piccoli passi per capire quali possano essere queste forme nuove. (ap)