2011-09-29 15:48:35

Mons. Miglio: sta crescendo la consapevolezza di una rinnovata presenza cattolica nella società civile


Cresce il dibattito in Italia su una rinnovata presenza dei cattolici nella società civile e in politica. Ne ha parlato lunedì scorso il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, in occasione dell’apertura della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della Cei. Fabio Colagrande ha intervistato mons. Arrigo Miglio, vescovo d’Ivrea e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani. Quali le sue impressioni?RealAudioMP3

R. – Anzitutto, l’impressione di una cultura unitaria che sta crescendo, quindi un movimento unitario dentro al mondo cattolico, una consapevolezza maggiore di ritrovare un’unità culturale su quelli che sono i valori alla base della vita dell’uomo e della vita della famiglia, ma sono anche i valori fondanti per ogni sviluppo sociale e anche per ogni discorso sulla pace. Quindi, una nuova responsabilità da parte del mondo cattolico. Le parole, dunque, che il cardinale Bagnasco ha pronunciato lunedì 26 non mi sorprendono, direi mi confermano che c’è un cammino, c’è uno sviluppo della situazione, della coscienza del mondo cattolico in Italia, della nuova consapevolezza dell’urgenza di una presenza. Si sta rafforzando direi questa base culturale comune, che è la condizione indispensabile, perché poi i cattolici possano trovare forme incisive di presenza nel Paese, a servizio del vero bene comune.

D. – Potremmo dire che c’è un modo nuovo con il quale i cattolici vogliono contribuire al bene comune del Paese, proponendo dei valori che puntano sull’uomo, che in qualche modo possono essere condivisi al di là della religione, della confessionalità...

R. – Mi pare davvero la grande sfida che i cattolici, che la Chiesa ha oggi in Italia. Aiutare a capire, e questo dipende in parte anche da noi - quindi, l’attenzione al linguaggio, al modo di porci - aiutare a capire, al di là dei pregiudizi, che i punti fermi su cui la Chiesa continua ad insistere sono per il bene di tutti, non sono bandiere confessionali: sono le condizioni per uno sviluppo. Diciamo che non mancano le voci laiche, che riconoscono anche questo. Ad esempio il collegamento strettissimo tra i valori legati alla vita e alla famiglia e quelli della giustizia, dello sviluppo sociale e della pace. Vorrei poi sottolineare, in particolare, un impegno con i giovani. Credo che questa sia una strada da tenere d’occhio in modo particolare: l’incoraggiamento ai giovani, a prepararsi e a buttarsi anche nell’impegno politico. Certo, c’è bisogno di fare spazio ai giovani: molti giovani sarebbero disponibili, ma non sempre riescono a trovare lo spazio sufficiente. Questo lo ha sottolineato anche il Santo Padre in diversi discorsi, nei suoi viaggi all’estero: incoraggiare i giovani ad un servizio diretto, non solo nel sociale, ma anche nella politica. D’altra parte i giovani cercano una presenza di tipo nuovo ed è un po’ quanto ha detto molte volte anche il Papa: il bisogno di una nuova generazione di cattolici impegnati in politica, dove il nuovo non è solo anagrafico, non è solo cronologico, ma è forma nuova di presenza. Questo spiega anche una certa cautela: si va avanti a piccoli passi per capire quali possano essere queste forme nuove. (ap)







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