Russia: rischia la demolizione un’altra casa delle suore di Madre Teresa a Mosca
La cerimonia per l’inaugurazione della statua di Madre Teresa vicino alla cattedrale
di Mosca, lo scorso 24 settembre, è stata occasione per le Missionarie della Carità
di puntare i riflettori sulla loro situazione nella capitale russa. Il monumento alla
Beata di Calcutta è stato donato all’arcidiocesi della Madre di Dio dallo scultore
Gregory Pototsky e la sua collocazione nei pressi della chiesa cattolica più grande
di Russia faceva parte dei festeggiamenti per il centenario della cattedrale dell’Immacolata
Concezione il 23 e 24 settembre scorsi. La gioia dell’evento, però, - racconta l’arcidiocesi
attraverso il suo servizio di informazione - è stata contaminata “dalla tristezza”
per la recente demolizione di una delle case delle Missionarie a Mosca e dalla preoccupazione
per la minaccia che pende su un’altra. Fondato nel 1990 e gestito da missionarie provenienti
da tutto il mondo, l’ospizio delle Missionarie - composto da due strutture - si occupa
non solo di bambini abbandonati, malati terminali e disabili, ma svolge anche attività
di recupero per alcolisti. Per 20 anni ha sfamato ogni giorno più di 150 senza tetto,
offrendo loro la possibilità di lavarsi e sostare per qualche ora in un luogo coperto
e al caldo. Situato nella parte orientale della città, l’ospizio ha attirato l’attenzione
del municipio tre anni fa, quando le autorità hanno chiesto a un tribunale di ordinare
alle suore di demolire una delle due strutture dell’ospizio e di rimuovere l’ultimo
piano dell’altra, per “mancanza di permessi”. Il primo edificio è stato demolito la
settimana scorsa, nonostante i tentativi di mediazione condotti sia della Chiesa cattolica
locale, che da quella russo-ortodossa. E ora anche sul secondo pende la minaccia di
distruzione. Mosca è stata, così, la prima città ad avviare un procedimento penale
contro l’Ordine religioso fondato da Madre Teresa. “Sono convinto che le suore svolgano
un lavoro non solo utile, ma necessario per la città – ha dichiarato l’arcivescovo
a Mosca, mons. Paolo Pezzi – il loro amorevole servizio contribuisce di molto allo
sviluppo spirituale e sociale di Mosca”. Il presule ha poi denunciato che “era necessario
cercare e trovare una decisione legale differente, che avrebbe potuto salvare l’edificio”.
“Le suore di Madre Teresa hanno condotto un servizio importante per la città e i suoi
residenti per molti anni, senza chiedere nessun aiuto alle autorità comunali”, fanno
notare le Missionarie in una dichiarazione pubblicata dal servizio di informazione
dell’arcidiocesi. Una rappresentante delle religiose rassicura, comunque, che il lavoro
dell’ospizio andrà avanti, ma probabilmente in un altro edificio visto che, “a differenza
di tutti gli altri Paesi dove le Missionarie della Carità ricevono gratuitamente strutture
dai governi locali”, le autorità russe non hanno mostrato interesse nell’aiutare l’Ordine
a trovare una nuova casa. “Inauguriamo questo monumento in un momento difficile per
le suore di Madre Teresa a Mosca. - ha denunciato il nunzio vaticano in Russia, mons.
Ivan Jurkovic, nel suo intervento durante la cerimonia del 24 settembre - Spero che
il loro amore per il prossimo e la loro completa dedizione saranno apprezzate dagli
abitanti e dalle autorità e faranno nascere il desiderio e persino il senso di dovere
morale di aiutarle nell’ottenere un edificio nuovo e dignitoso, dove possano portare
avanti il loro lavoro per i più emarginati”. (R.P.)