2011-09-28 14:09:05

Egitto: “Centinaia di eritrei trattenuti nelle stazioni di polizia” denuncia don Zerai


“La situazione dei profughi e dei rifugiati eritrei in Egitto è sempre più drammatica: da un anno denunciamo il sequestro di persone, di esseri umani, che è in atto nel Sinai a danno dei profughi” afferma un comunicato inviato all’agenzia Fides da don Mussie Zerai, sacerdote eritreo e presidente dell'agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo. Il sacerdote ricorda che le vittime del traffico di esseri umani, che vengono fermate dalla polizia di frontiera, in teoria sono tutelate dalla legge egiziana emanata un anno fa. “In realtà - afferma il comunicato - tale legge non viene mai applicata: ad oggi abbiamo centinaia di profughi prima vittime dei trafficanti, ora vittime dello Stato nelle diverse stazioni di polizia, in alcuni casi nei campi militari”. Molti dei profughi in stato di detenzione sono rifugiati riconosciuti dall'Unhcr (Alto Commissariato Onu per i Rifugiati), prima ancora del loro arrivo in Egitto, quando si trovavano nei campi profughi in Sudan e in Etiopia. “In questi 4 - 5 anni l'Egitto si è limitato a sparare alle vittime dei trafficanti al confine con Israele; il mondo ha assistito passivamente a questo massacro di innocenti, la cui unica colpa è quella di cercare la libertà e una vita migliore” sottolinea don Zerai. “Dalle testimonianze di molti profughi e rifugiati detenuti risulta che le condizioni di vita in queste stazioni di polizia sono veramente pessime, in alcuni casi pericolose per la loro salute” afferma il sacerdote. “Chiediamo alla Comunità Internazionale e a tutte le organizzazioni per i diritti umani di fare pressione sul governo egiziano perché permetta l'accesso agli operatori dell'Unhcr nelle diverse stazioni dove vi sono centinaia di profughi che il governo egiziano trattiene senza dare loro la possibilità di accedere al diritto di asilo. Tra loro vi sono persone paralizzate a causa delle fucilate della polizia di frontiera egiziana, bambini e donne in stato di gravidanza” conclude don Zerai. (R.P.)







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