Cattolici e politica: per una nuova presenza nella società civile
"Già in conclusione
delle Settimane Sociali di Reggio Calabria, nell'ottobre del 2010, raccogliemmo l'impressione
di un nuovo movimento unitario dentro al mondo cattolico. Era nata la consapevolezza
che occorreva ritrovare un'unità culturale sui valori che riguardano l'uomo, la famiglia,
la pace, e quindi una nuova responsabilità. Questa è la condizione per trovare poi
nuove forme incisive di presenza nel Paese al servizio del bene comune". Così,
mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato delle Settimane Sociali,
commenta le recenti affermazioni del card. Bagnasco, presidente della CEI, circa la
possibile nascita, nelle comunità cristiane, di un nuovo "soggetto culturale e sociale
di interlocuzione con la politica". "Le parole del card. Bagnasco - aggiunge
mons. Miglio - mi confermano dunque che il mondo cattolico è consapevole di quanto
sia urgente oggi essere presenti nella società civile". Secondo il vescovo di Ivrea:
"dopo lo scioglimento della Democrazia Cristiana in Italia i cattolici non sono rimasti
inattivi. Un nucleo più ristretto si è incamminato verso percorsi di formazione che
hanno portato a qualche frutto di presenza. Direi che è cresciuto anche l'approfondimento
della Dottrina sociale della Chiesa, con le Settimane Sociali di Bologna nel '94,
Napoli nel '99, e poi recentemente quelle dedicate al Bene Comune a Pistoia nel 2007,
mentre il ricco magistero di Benedetto XVI con le sue tre Encicliche ha offerto spunti
nuovi all'impegno sociale dei cattolici". "La grande sfida dei cattolici oggi mi
pare sia quella di aiutare a capire che, al di là dei pregiudizi,i punti fermi sui
quali la Chiesa continua ad insistere, come la tutela della famiglia, sono per il
bene di tutti" aggiunge mons. Miglio. "Non sono bandiere confessionali ma sono le
condizioni per lo sviluppo. E diciamo che non mancano le voci laiche che lo riconoscono.
Basti ricordare come il tema del crollo demografico e del divario tra Nord e Sud,
tornato d'attualità dopo il recente rapporto Svimez, fosse uno dei temi delle Settimane
Sociali di Reggio Calabria un anno fa. Così come il tema dell'integrazione degli immigrati,
oggi più che mai urgente, sia portato avanti da tempo dai cattolici. Sono temi sui
quali dobbiamo sforzarci di far capire le ragioni del nostro interesse e delle nostre
posizioni". "Parecchi punti dell'agenda di speranza scaturita da Reggio calabria
- conclude Miglio - vengono oggi ripresi da molte diocesi. Basti pensare alla necessità
di sostenere con il credito le piccole e medie imprese, l'educazione, l'inclusione
degli immigrati, slegare la mobilità sociale, o la necessità di completare la transizione
istituzionale per allargare il discorso della democrazia nella direzione di un federalismo
solidale". La recente Prolusione del card. Bagnasco - con la richiesta di affrontare
la 'questione morale' in campo politico e di "purificare l'aria" viene commentata
ai nostri microfoni anche da Edoardo Patriarca, Segretario Comitato Scientifico delle
Settimane Sociali della Cei e direttore di settore del Cnel. "La reazione del laicato
cattolico alla prolusione del cardinale Bagnasco è stata di consenso, di grande condivisone.
Penso che il cardinale proponendo questa analisi, che tra l’altro era già condivisa
dal laicato cattolico, lo abbia sollecitato e spinto ad una nuova e rinnovata responsabilità.
Credo che questo passaggio segni una svolta importante, significativa, che i vescovi
hanno voluto dare soprattutto alle associazioni cattoliche impegnate nel civile, nella
politica. Quindi una nuova responsabilità, nuova aria, nuovo impegno, nuova ridefinizione
del bene comune, così come lo vogliamo per l’Italia". Commentando il passaggio
in cui il cardinale presidente accenna anche ad un nuovo soggetto culturale e sociale
che possa aiutare l’impegno dei cattolici nel sociale Patriarca afferma:"Posso solo
interpretarlo. Penso che stia immaginando delle reti, una rete di associazionismo
cattolico, anche di organizzazioni di ispirazione cristiana, molto articolata, molto
ricca. Un luogo dove ci si possa trovare per condividere insieme un impegno nel
civile, nel territorio soprattutto. Credo che si voglia provare a condizionare la
politica, l’agenda della politica, che spesso come ricordava il cardinale Bagnasco
nella prolusione, non guarda affatto al bene comune, non guarda affatto ai giovani,
non guarda affatto alle famiglie. Direi uno strumento per farci più presenti. Penso
alle tre reti che già esistono, Forum delle Famiglie, Scienza e Vita, Retinopera.
Penso anche all’ esperienza nata l’anno scorso, su cui forse si sta puntando,
al Forum dell’ Associazione delle persone di ispirazionecristiana. Credo che il cardinale
voglia rafforzare questi strumenti, soprattutto a livello territoriale". Dunque,
Patriarca è d'accordo con Mons. Miglio: le Settimane Sociali di Reggio Calabria, alla
luce di quanto detto dal cardinale Bagnasco, tornano di attualità: "Penso a quei giorni
molto intensi e molto sereni, di grande impegno. Ricordo quei 1200 delegati davvero
concentrati sulPaese, sulle sue necessità. Io credo che quell’agenda sia ancora lì
presente e che possa essere davvero una base ulteriormente utile per scrivere oggi
agende ancora più attuali e stringenti. Credo che quei temi, il cardinale li abbia
ripresi nelle sue prolusioni e anche in questa ultima, quando parla di lavoro, di
giovani, dell’educare, quando parla di impresa. Credo che quell’esperienza abbia
dato i suoi frutti". A un anno di distanza dunque - spiega Patriarca - il documento
finale delle Settimane Sociali di Reggio Calabria ha avuto un interessante sviluppo.
"Il lavoro si è trasferito in maniera bella e positiva a livello diocesano. Personalmente
ho continuato a girare l’Italia per presentare il documento. Sono nati molti laboratori
di agende locali e credo che tutto questo continui. Il messaggio che Bagnasco ha rinnovato,
troverà nei territori una buona base da cui partire in termini più concreti e di
visibilità". ( a cura di Fabio Colagrande e Luca Collodi )