Benedetto XVI all'udienza generale: in Germania ho visto il volto giovane della Chiesa
e la gioia di essere cattolici
La Chiesa in Germania è viva e ha un “volto giovane”. La consapevolezza con la quale
Benedetto XVI è tornato a Roma dal suo recente viaggio apostolico in Germania è la
stessa che il Papa ha comunicato questa mattina alle migliaia di fedeli incontrati
durante l’udienza generale in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha dedicato la catechesi
al racconto delle varie tappe del viaggio, segnato – ha detto – da “intense e stupende
giornate”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Un viaggio
“dal nord al sud, dall’est all’ovest”, da Berlino a Friburgo, per percepire tra i
cattolici la “gioia” di esserlo, per confermare nella fede la Chiesa tedesca ed esortarla
a una maggiore libertà dai “fardelli materiali”, per rendere più forti e amichevoli
i rapporti ecumenici e interreligiosi, oltre che istituzionali. Tre giorni dopo il
rientro dalla sua terra, Benedetto XVI ha fatto all’udienza generale il puntuale resoconto
dei quattro giorni di visita apostolica in Germania, definita – come la Gmg di Madrid
– “una grande festa della fede”. Ma a differenza del raduno giovanile di agosto, il
Papa ha mosso i suoi primi passi a Berlino in uno scenario di alto profilo istituzionale,
simboleggiato dal discorso al Bundestag, il primo pronunciato da un Papa tra le mura
del parlamento tedesco:
“In tale occasione ho voluto esporre il fondamento
del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto
dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione. E’ necessario perciò allargare
il nostro concetto di natura, comprendendola non solo come un insieme di funzioni
ma oltre questo come linguaggio del Creatore per aiutarci a discernere il bene dal
male”.
Berlino è stato anche il luogo nel quale toccare con mano
l'evoluzione dei rapporti della Chiesa con l’ebraismo e l’islam in Germania, riflettendo
in particolare con il mondo musulmano sull’importanza, ha detto il Papa, della “libertà
religiosa per uno sviluppo pacifico dell’umanità”. Dalla capitale alla Turingia, “terra
della riforma protestante”, Benedetto XVI ha rievocato l’incontro con i vertici della
Chiesa evangelica nei luoghi in cui visse Lutero e ha ripetuto il dovere che hanno
i cristiani della testimonianza unitaria di Cristo al mondo:
“Occorre
il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unità, ma siamo sempre ben consapevoli
che non possiamo 'fare' né la fede né l’unità tanto auspicata. Una fede creata da
noi stessi non ha alcun valore, e la vera unità è piuttosto un dono del Signore, il
quale ha pregato e prega sempre per l’unità dei suoi discepoli. Solo Cristo può donarci
quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a Lui e ci lasciamo
trasformare da Lui”.
Nella regione dell’Eichsfeld, e in particolare
nel Santuario mariano di Etzelsbach, il Papa si è immerso in una realtà dove proclamarsi
cristiani ha voluto dire in passato sfidare l’oppressione nazista e comunista. I Vespri
davanti al Santuario e, più avanti, la Messa davanti al Duomo di Erfurt hanno contribuito,
ha affermato, a mettere in chiaro una volta di più la forza che i Santi, ma anche
tanti sconosciuti, hanno di cambiare il mondo in cui vivono:
“Commovente
è stato anche il breve incontro con Mons. Hermann Scheipers, l’ultimo sacerdote vivente
sopravissuto al campo di concentramento di Dachau. Ad Erfurt ho avuto anche occasione
di incontrare alcune vittime di abuso sessuale da parte di religiosi, alle quali ho
voluto assicurare il mio rammarico e la mia vicinanza alla loro sofferenza”.
L’accoglienza
ricevuta a Friburgo, con migliaia di giovani stretti in preghiera attorno a Benedetto
XVI, ha permesso al Papa una constatazione che lo ha reso particolarmente contento:
“Sono
stato felice di vedere che la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, che
è viva e ha un futuro (...) Ho ripetuto loro che il Papa confida nella collaborazione
attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo
il fuoco dell’amore di Dio”.
A Friburgo, ha proseguito il Pontefice,
Chiesa cattolica e Chiese ortodosse e ortodosse orientali hanno potuto vivere momenti
di “atmosfera fraterna”. “Ci sentiamo molto vicini” a loro, ha ripetuto il Papa, e
questa “ampia comunanza” è una responsabilità per “il rinnovamento della nostra società”.
L’ultima annotazione, Benedetto XVI l’ha riservata al discorso rivolto alle forze
vive Chiesa tedesca, caratterizzato fra l’altro da un suggerimento di grande eco mediatica
ma soprattutto di portata più ampia della sola Chiesa locale:
“Ho
parlato ad un migliaio di cattolici impegnati nella Chiesa e nella società, suggerendo
alcune riflessioni sull’azione della Chiesa in una società secolarizzata, sull’invito
ad essere libera da fardelli materiali e politici per essere più trasparenza di Dio”.
Dopo
le sintesi in varie lingue della catechesi, Benedetto XVI ha rivolto saluti particolari
ai sacerdoti del Pontificio Collegio San Pietro e alle Suore Benedettine della Divina
Provvidenza, come pure ai fedeli della diocesi di Belluno-Feltre, giunti a Roma nell’anniversario
della scomparsa di Giovanni Paolo I. Il Papa ha anche salutato i pellegrini della
diocesi di Ascoli Piceno, guidati dal loro vescovo, Silvano Montevecchi, che celebrano
i 50 anni della proclamazione della loro Patrona, la Beata Vergine delle Grazie.