Il porto di Sirte nelle mani degli insorti mentre Gheddafi parla di martirio
Avanzano ancora le forze del governo provvisorio libico. Grazie all’aiuto dei raid
aerei della Nato, le truppe del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) hanno conquistato
il porto di Sirte. Lanciano messaggi di resa mentre Gheddafi si dice pronto al martirio.
Il servizio di Fabrizio Angeli:
Mentre le
forze del Cnt garantiscono alle famiglie della tribù di Gheddafi una resa con uscita
sicura da Sirte, Gheddafi afferma di essere ancora “sul terreno” e di voler morire
come “martire”. Il suo messaggio audio è stato diffuso da una radio locale a Bani
Walid, una delle sue ultime roccaforti, e ripreso dal sito Internet della tv Al Libya,
fedele al regime. Ma nella importante città di Sirte il porto è ormai nelle mani delle
forze del Cnt e il comandante del Consiglio nazionale di transizione libica racconta
di essere stato contattato da membri anziani della tribù del rais per concordare una
resa delle forze lealiste. Il nuovo governo libico ha preso il controllo di alcuni
punti strategici di Sirte, città natale di Gheddafi, dopo un’altra lunga notte di
combattimenti. E la situazione per i civili è sempre più grave. Senza cibo, acqua
ed elettricità a migliaia stanno lasciando la città. Ci sono poi le dichiarazioni
del premier ad interim, Jibril, che ha detto all’Onu che “finché resta a piede libero
Gheddafi rappresenta una minaccia crescente di atti terroristici, anche a livello
internazionale”. Il primo ministro libico ha ribadito che la famiglia di Gheddafi
detiene ancora molte ricchezze in oro e denaro ed è così in grado di destabilizzare
la situazione nell’intera regione del Sahara.
Repressioni in Siria mentre
il regime accusa l’Occidente di seminare il caos In Siria, continua la violenta
repressione da parte dell’esercito delle proteste popolari contro il regime del presidente
Assad. Almeno 20 persone sono rimaste ferite durante un attacco a Rastan, nella regione
di Homs, uno degli epicentri più attivi della rivolta scoppiata quasi sette mesi fa.
Solo in questa zona sono stati uccisi circa 850 civili dall’inizio delle proteste,
secondo le cifre fornite dagli attivisti. Sempre ad Homs sono stati uccisi due accademici,
che sembra avessero di recente espresso critiche contro la repressione in corso. Il
governo smentisce e accusa a sua volta alcuni non meglio precisati “terroristi”. Nel
frattempo, il regime di Damasco si scaglia contro Stati Uniti ed Europa. Il ministro
degli Esteri siriano ha accusato all’Onu l’Occidente di voler “seminare il caos” in
Siria con l’obiettivo di “smantellare” il Paese. Le stesse sanzioni sarebbero solo
“il pretesto per un intervento straniero”.
Incidente stradale in Pakistan,
37 bambini morti su bus sovraccarico Sono 37 gli scolari morti nel grave incidente
stradale avvenuto ieri sera in Pakistan. Un autobus sovraccarico trasportava 105 studenti
della città di Faisalabad, nella provincia del Punjab, di ritorno da una gita di studio
e si sarebbe rovesciato in autostrada mentre procedeva a forte velocità. Diversi bambini
sono rimasti feriti e sono al momento ricoverati all’ospedale.
Attentati
in Afghanistan: bomba contro autobus, 16 morti, molti sono bambini La violenza
dilaga in Afghanistan: un 'ordigno piazzato sul bordo di una strada nel distretto
di Shindand, nell'Ovest del Paese, è esploso al passaggio di un autobus uccidendo
almeno 16 persone, di cui 11 bambini. Sempre oggi, un attentato suicida ha ucciso
cinque persone nei pressi di una stazione di polizia di Lashkar Gar, centro principale
della provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. Il kamikaze si è fatto esplodere
con un'autobomba, ferendo anche 25 tra civili e forze di polizia. Lashkar Gah è una
delle sette zone dove la Nato ha trasferito quest'anno la responsabilità della sicurezza
nelle mani dell'esercito e della polizia locale. L’attentato di oggi è isolato o è
sintomo di una destabilizzazione preoccupante? Salvatore Sabatino ne ha parlato
con Marco Lombardi, Responsabile dei Progetti educativi in Afghanistan dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
R. - E’ difficile
parlare di uno stato di sicurezza per l’Afghanistan, direi che la sicurezza nell’Afghanistan
dipende da due fattori che dobbiamo tenere sempre molto presenti: uno, un aspetto
geografico, e l’altro un aspetto temporale. L’aspetto geografico, la sicurezza a Kabul
e a Herat è molto diversa rispetto a quella a Lashkar Gah. Dobbiamo
tenerlo presente. Ma quello che è importante per oggi, per il futuro, è che in Afghanistan
si sta attraversando un periodo cosiddetto di transizione: la delega dei poteri e
soprattutto della sicurezza dalle forze internazionali a quelle locali. Non per niente
l’attentato è avvenuto alla base della polizia. In questa fase di transizione ci si
aspetta, ed è sempre capitato così, una recrudescenza degli attentati. Quindi, la
situazione non migliorerà nel futuro, ma sappiamo che questa è la situazione che dobbiamo
affrontare.
D. – Tutto questo avviene in un Paese dove ovviamente ci
sono fortissime divisioni interne. Potranno mai essere appianate, secondo lei?
R.
– Le divisioni interne fanno parte della costituzione dell’Afghanistan. Forse, in
futuro, la sfida per noi, è quella di cercare di capire in che modo i tribalismi oggi
possono essere incorporati in un disegno democratico. Questo non vale solo per l’Afghanistan,
ma vale per la gran parte del mondo che è caratterizzato da questi percorsi.
D.
– Lei è responsabile dei progetti educativi in Afghanistan dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano: quanto è importante l’aspetto educativo per far risollevare
un Paese come l’Afghanistan?
R. – Ogni Paese nasce se dentro di sé sente
la forza per poter rinascere, quindi comincia dai cittadini. Oggi educare le donne,
educare i giovani in Afghanistan è assolutamente centrale. Per questo noi come Università
Cattolica lavoriamo strettamente con la Difesa italiana, con il motto per cui il Prt,
cioè la Difesa, costruisce le scuole, noi costruiamo i maestri. Non bastano infrastrutture,
bisogna anche avere il personale che è in grado di gestirle. (ma)
Esplosione
sul Sinai a gasdotto che serve Israele e Giordania Un’esplosione ha distrutto
in Egitto, sul Sinai, una parte del gasdotto che serve Israele e la Giordania. Non
è stata ancora accertata l'origine dello scoppio. Tuttavia, il gasdotto è stato ripetutamente,
in passato, obiettivo di attentati, presumibilmente da chi non vorrebbe che l'Egitto
fornisse gas a Israele. Quest'ultima esplosione giunge in un clima di tensione tra
Egitto e Israele, segnato dall'attacco da parte di alcuni manifestanti dell'ambasciata
israeliana al Cairo, lo scorso 9 settembre. Il 18 agosto, otto israeliani erano stati
uccisi in un attacco vicino a Eilat, nel sud d'Israele, vicino alla frontiera egiziana.
Dando la caccia agli attentatori, le forze israeliane avevano ucciso sei poliziotti
egiziani in uno scontro a fuoco, provocando una crisi diplomatica con Il Cairo, che
esige delle scuse.
Merkel, ok alla Grecia. Atene vota la stangata sulla
casa La Grecia è sulla “buona strada” con il piano di “privatizzazioni” e le
“riforme politiche e amministrative”. E’ quanto ha detto la cancelliera tedesca Merkel,
nel giorno in cui ad Atene il parlamento vota sul disegno di legge presentato dall'esecutivo
che prevede l'introduzione della nuova imposta straordinaria sugli immobili (definita
“la stangata sulla casa”) da pagare tramite la bolletta dell'elettricità. E questo
significa che chi non paga si vedrà tagliata la corrente in casa. Governo e premier
Papandreou sembrano preoccupati circa l'esito della votazione di stasera, in un momento
particolarmente difficile per il Paese che rischia di restare senza fondi se la “troika”
di Ue e Fmi non deciderà di dare il via libera alla concessione della sesta tranche
da otto miliardi di euro previsti dal primo pacchetto d'aiuto.
Borse positive
mentre in Cina c'è chi smentisce l’acquisto di bond europei Rimbalzo delle
Borse di Asia e Pacifico, dopo aver toccato i minimi da maggio del 2010. Ad innescare
la corsa un maggiore ottimismo sulle misure che i leader europei stanno mettendo a
punto per "domare" la crisi del debito. Intanto, in tema di economia globale, dalla
Cina arriva una smentita sull’intenzione di comprare bond europei: Gao Xiqing,
vicepresidente e direttore del fondo sovrano China Investment Corporation (Cic), ha
detto durante un incontro del Fondo monetario internazionale: “Il nostro premier ha
sottolineato che la Cina vuole aiutare l'Europa, ma come società il mandato del Cic
dal governo è di mantenere una certa somma di profitti e dunque non possiamo solo
andare in Europa e salvare qualcuno, dobbiamo proteggere noi stessi”.
L’Ue
si felicita con Riad per l’apertura alle donne e chiede misure concrete Il
capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, ha chiesto alle autorità dell'Arabia Saudita
di impegnarsi “sul cammino dell'eguaglianza” tra i sessi, felicitandosi della decisione
del re Abdallah di concedere alle donne il diritto di voto. In una nota, Ashton “incoraggia
le autorità saudite a continuare sul cammino verso l'uguaglianza tra gli uomini e
le donne nella vita politica, economica e sociale”. Il re Abdallah ha annunciato di
aver concesso il diritto di voto alle donne a partire dal 2015, ma l'Arabia Saudita
continua a impedire loro di guidare un'automobile o di viaggiare sole.
Nelle
Filippine 7 morti per il tifone e, nel sud, 7 morti per un attentato Almeno
7 persone sono morte, di cui quattro a Manila, a causa del tifone Nesat, arrivato
oggi sulla costa est delle Filippine. Molti quartieri della capitale sono stati travolti
dall'acqua che in alcuni punti ha raggiunto oltre un metro di altezza. Le Filippine
vengono toccate ogni anno da una ventina di tifoni. Nesat e' uno dei più potenti del
2011. Intanto nel sud delle Filippine, in un villaggio dell'isola di Basilan, sei
persone, tra cui quattro civili, sono stati uccisi da combattenti del gruppo islamico
Abu Sayyaf, legato ad Al Qaeda.
Oltre 240 feriti per incidente nella metro
di Shanghai Sarebbero più di 240 i feriti dell'incidente nella metropolitana
di Shanghai. Lo scrive l'agenzia Nuova Cina. Secondo l’agenzia, i feriti sono diventati
245 dai 40 iniziali e per la maggior parte si tratta di contusioni e fratture ma nessuno
dei feriti sarebbe in gravi condizioni. Pare che al momento dell'incidente, a causa
della rottura del sistema di segnalazioni, i treni viaggiavano a velocità ridotta
e i macchinisti si tenevano in collegamento telefonico.
Nucleare, accordo
di sicurezza tra Ucraina e Usa L’Ucraina si impegna a rinnovare le strutture
nucleari e gli Stati Uniti promettono finanziamenti. Kiev eliminerà entro i primi
mesi del 2012 tutte le sue scorte di uranio fortemente arricchito, materiale che può
essere usato per la realizzazione di ordigni nucleari. È quanto sancito dall’accordo
tra Stati Uniti e Ucraina, firmato dal segretario di Stato americano Clinton e dal
ministro degli Esteri ucraino Grishchenko. L’accordo prevede il finanziamento da parte
di Washington di circa 60 milioni di dollari, 25 dei quali serviranno per realizzare
un nuovo centro di ricerca nucleare, in funzione dal 2014. Il centro dovrebbe essere
in grado di produrre circa 50 tipi di isotopi medici utili per la cura dei tumori
e di altre malattie.
In Russia sfiduciato da Medvedev e Putin il ministro
delle Finanze Kudrin Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha firmato il decreto
per le dimissioni del vicepremier e ministro delle Finanze Alexiei Kudrin. La portavoce
di Medvedev ha precisato che “non e' stato il ministro a rassegnare le dimissioni
ma il presidente a deciderle in conformità alla procedura esistente, su proposta del
premier”. Una precisazione che sottolinea una condivisione della scelta da parte del
tandem presidente-premier. All'agenzia Ria Novosti, invece, Kudrin ha riferito di
avere presentato lui le dimissioni. Secondo alcuni analisti, Medvedev e Putin hanno
voluto lanciare un segnale forte per serrare i ranghi evitando polemiche e critiche
sulla decisione del tandem di scambiarsi i ruoli. (Panoramica internazionale a
cura di Fausta Speranza e Fabrizio Angeli)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LV no. 270