Corea del Nord: nuovi spiragli di pace dopo il viaggio di un gruppo di leader religiosi
Il viaggio in Corea del Nord di sette leader religiosi sudcoreani, tra cui un cattolico,
un cristiano e un buddista, lascia una porta aperta alla speranza che la religione
“possa di nuovo fiorire” nel Paese asiatico. E’ l’auspicio espresso, da mons. Igino
Kim–Hee-joong, arcivescovo di Kwangju, alla guida della delegazione dei leader religiosi
che, dal 21 al 24 settembre scorsi, si sono recati in Corea del Nord. “La natura del
viaggio – ha detto l’arcivescovo sudcoreano all'agenzia Fides – è stata puramente
religiosa, senza alcun calcolo politico”. Il presule ha anche spiegato che “pur non
essendo facile ristabilire la pace tra Nord e Sud Corea”, la visita contribuirà, almeno
parzialmente, al miglioramento delle relazioni tra i due Paesi. “Parlarsi di persona
– ha aggiunto – è uno dei modi migliori per superare i fraintendimenti e la diffidenza
reciproca”. La situazione umanitaria in Corea del Nord resta molto difficile. Nell’estate
scorsa forti piogge e alluvioni hanno causato danni in molte aree del Paese. La Chiesa
e altre comunità religiose sono molto impegnate nell’opera di cooperazione umanitaria.
Sono necessari aiuti e nuovi sforzi per gestire l’emergenza. Una situazione critica
che si aggiunge alle drammatiche condizioni di vita di gran parte della popolazione.
In Corea del Nord, secondo dati dell’Onu, almeno 6,1 milioni di persone - tra cui
soprattutto anziani e bambini - sono colpite da uno stato di grave carenza alimentare.
I leader religiosi – ricorda l'agenzia Fides - hanno anche consegnato un messaggio
di pace alla Corea del Nord nella speranza di contribuire all’apertura di un canale
per la riconciliazione nella penisola coreana. (A cura di Amedeo Lomonaco)