2011-09-26 14:14:22

Indonesia. Attacco anticristiano a Solo: condanna dei leader musulmani


Severa condanna del Governo indonesiano e dei leader religiosi musulmani per l’attacco ieri contro la chiesa protestante della Bethel Christian Indonesia Church (Gbis) di Kepunton a Solo a Giava Centrale. Nell’agguato - costato la vita all'attentatore - sono rimaste ferite 22 persone. Il presidente Yudhoyono - riferisce l’agenzia AsiaNews - l'ha definito un atto inaccettabile contro lo stesso popolo indonesiano. Din Syamsudin, capo di Muhamadiyah, la seconda più grande organizzazione islamica del Paese, ha appellato gli attentatori “un gruppo di criminali senza il minimo senso di umanità”. Yodhoyono ha già rivelato i primi risultati delle indagini, che porterebbero al gruppo Cirebon, movimento fondamentalista islamico, già responsabile dell’esplosione avvenuta nell’aprile scorso nella moschea della Polizia di Cirebon. L’arcivescovo di Semarang, mons. Johannes Pujasumarta, al momento dell’esplosione si trovava proprio a Solo per motivi pastorali. Appresa la notizia, si recato sul posto. Ha espresso solidarietà alle vittime, ha condannato il gesto e il terrorismo che “si fa spregio della vita umana”, incoraggiando i fedeli locali a “restare saldi nella fede”. L’arcivescovo si è poi recato nella capitale Giakarta, per una assemblea straordinaria della Conferenza episcopale, in preparazione alla visita ad limina dei vescovi indonesiani, in procinto di partire per Roma. Come riferito all’agenzia Fides, i vescovi, all’indomani del terribile attentato, hanno voluto convocare un vertice di emergenza: un comunicato congiunto, firmato dalla “Comunione delle Chiese indonesiane”, dalla Conferenza episcopale indonesiana e dal Movimento giovanile islamico “Anshor”, esprime forte preoccupazione per l’accaduto e lancia un appello ai fedeli perché non rispondano alle provocazioni e alla violenza, dato che “il linguaggio della violenza non risolve alcun problema”. I leader religiosi chiedono alle forze dell’ordine di agire con professionalità, ribadendo il sostegno all’ideologia del “Pancasila”, i “cinque principi” che sono alla base del pluralismo della nazione indonesiana. Intanto il Segretario della Commissione per il Dialogo interreligioso della Conferenza episcopale, padre Benny Susetyo, ha annunciato l’organizzazione di un momento di preghiera interreligiosa per la pace che si terrà nella città di Solo, affermando che “le religioni dovrebbero essere una fonte di ispirazione spirituale per rafforzare l'unità nazionale”. Nusron Wahid, presidente del movimento giovanile musulmano “Anshor”, ha ribadito che “urge continuare a educare i giovani agli autentici insegnamenti religiosi”, rifiutando “il terrorismo in nome della religione”. Attacchi contro le chiese non sono nuovi in Indonesia, il più popoloso Paese islamico del mondo. Nel 2001 a East Jakarta, due bombe colpirono la chiesa cattolica di Sant’Anna a Duren Sawit e la Huria Christian Prtoestan Church. Nel 2000 gli estremisti islamici fecero esplodere ordigni in una ventina di chiese in tutto il Paese, durante le celebrazioni natalizie. (R.G.)







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