2011-09-26 15:15:53

Il cardinale Scola ai fedeli, nel giorno del suo ingresso nell'arcidiocesi di Milano: ho bisogno di tutti voi


Trentamila persone, ottomila in cattedrale, le altre sul sagrato, si sono raccolte ieri pomeriggio in piazza Duomo a Milano per dare il benvenuto in diocesi al nuovo arcivescovo, il cardinale Angelo Scola. Il porporato ha chiesto ai fedeli di sostenerlo in questa sua nuova missione dopo gli anni passati a Venezia come Patriarca. Il servizio da Milano di Fabio Brenna:RealAudioMP3

Ingresso ufficiale cominciato da Malgrate, presso Lecco, dove il cardinale è nato 70 anni fa. Primo contatto con la città e poi la Basilica di S. Eustorgio, luogo della prima evangelizzazione di Milano, dove – pregando con 250 catecumeni adulti che si preparano al Battesimo – il neo arcivescovo di Milano ha ricevuto una piccola urna con la terra dei martiri. L’incontro con le autorità civili, l’impegno a dialogare nel rispetto delle proprie competenze, e poi via verso il Duomo, dove l’attendeva il cardinale Dionigi Tettamanzi per passargli il pastorale che fu di San Carlo:

“Vedrai come sarà pesante! Così mi disse il cardinale Martini, e diceva la verità”.

Con i due presuli, hanno poi concelebrato i cardinali Antonelli, Levada e Ravasi, 40 vescovi e 200 sacerdoti. Nell’omelia, il cardinale Angelo Scola ha invitato gli uomini di oggi, anche “sopraffatti dal mestiere di vivere”, citando Pavese, ad ancorare la propria vita sulla figura di Cristo, perché con lui la vita fiorisce. Ne discende per il cristiano un impegno forte per la vita:

“Anzitutto, una tensione indomita a fare il bene e ad evitare il male. In secondo luogo, la pratica del culto cristiano. In terzo luogo, la decisa assunzione degli obblighi sociali di ciascuno attraverso aggiungo io l’esercizio delle virtù cardinali, di prudenza, di giustizia, di fortezza, di temperanza, tanto necessarie per la vita associata in ogni Paese e particolarmente nel nostro”.

L’arcivescovo ha poi chiesto aiuto a tutti per lo svolgimento del suo ministero che, ha ricordato, è anzitutto un servizio che richiede anche obbedienza:

“Carissimi, ho bisogno di voi. Non lo dico in maniera formale. Ho bisogno di tutti voi per poter svolgere, nella gioia e non nel lamento, questo gravoso compito di cui, ne sono ben consapevole, dovrò rendere conto”.

Tanti i ringraziamenti e i ricordi, principalmente per mons. Luigi Giussani, definito “vero genio dell’educazione cristiana”, insieme con Hans Urs von Balthasar e il Beato Giovanni Paolo II. Al termine, sul sagrato, il saluto a Milano che è un rinnovato invito a lavorare insieme:

“Il cammino di questa Chiesa, che vuole essere una Chiesa capace di abbattere tutti i bastioni per incontrare ogni uomo alla radice del suo bisogno”.







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