2011-09-26 15:55:08

G20: piano anticrisi da 3000 miliardi a banche europee esposte su Atene


Un maxi-piano da tremila miliardi per salvare l'Euro è la carta che il G20 potrebbe giocare per arginare la crisi dei debiti sovrani in Europa. Un piano complesso, con diversi step; il primo prevede una sostanziale iniezione di capitali in almeno 16 banche europee, quelle che detengono miliardi di Euro di titoli di Stato ellenici. Solo così gli Istituti di credito maggiormente indebitati potrebbero salvarsi, anche in caso di default di Atene. Salvatore Sabatino ha chiesto una valutazione sul piano a Carlo Secchi, docente di Politica Economica Europea presso l’Università Bocconi di Milano:RealAudioMP3

R. - Credo che sia stato un annuncio positivo, opportuno; serve anche a rimuovere quella sorta di cupo clima psicologico, che stava portando il sistema bancario – europeo in particolare – verso una sorta di paralisi.

D. - Il fatto che le sollecitazioni maggiori ad intervenire siano giunte dagli Stati Uniti significa che gli europei non si sono resi conto dell’emergenza o sono troppo impegnati nelle questioni politiche dei singoli Stati …

R. - La sollecitazione è giunta dagli Stati Uniti in quanto era in corso la riunione del G20 e del Fondo monetario internazionale proprio a Washington. D’altro canto, è normale che tutti gli interlocutori, principali partner dell’Eurozona, siano preoccupati di quello che potrebbe succedere dalle nostre parti, come in Europa si è preoccupati della situazione americana e di altri Paesi.

D. - Intanto, la Grecia scivola lentamente verso il default, senza però rischio domino sulle altre economie: questo prevede il piano. Quale sarà il futuro, secondo lei, del Paese ellenico?

R. - Il piano serve anche da paracadute da attivare nel momento in cui dovesse effettivamente verificarsi il default greco. Tuttavia, le affermazioni dei principali politici europei - e tra questi sicuramente la signora Merkel - vanno nella direzione per cui bisogna fare tutto il possibile per evitare questo default. E il default possibile dipende sostanzialmente da due insiemi di cause: da un lato, lo stato oggettivo dei conti pubblici greci, ma dall’altro anche il clima psicologico che circonda il Paese, cioè dal clima di fiducia o di sfiducia.

D. - Si è sentito parlare molto in questi giorni dei rischi concreti della caduta dell’Euro, che sarebbe una catastrofe mondiale addirittura, che colpirebbe l’economia di tutto il mondo. E’ davvero così grave la situazione, o potrebbe esserlo?

R. - Senza dubbio. Perché l’Euro è la seconda più importante moneta al mondo, non c’è dubbio che ci sarebbero degli sconquassi notevolissimi, basti pensare a tutti i titoli obbligazionari, a tutti i bond pubblici detenuti in Euro: che cosa succederà di questi, come verrebbero ridenominati, prospettive di azioni legali senza fine, eccetera. Però, l’eventuale crollo dell’Euro, nel quale io non credo, rispetto al quale continuo a mantenere una visione moderatamente ottimista, sarebbe una sciagura, perché creerebbe più danni proprio a coloro che si stanno mettendo un po’ di traverso, ovvero stanno rallentando la definizione delle misure concordate a livello di Ecofin e a livello di governi della zona Euro. Mi riferisco in particolare ai tedeschi: da un lato i tedeschi sono riluttanti a sostenere quelli che ritengono essere Paesi meno virtuosi; dall’altro, però, l’economia tedesca è quella che ha tratto maggiori vantaggi dalla stabilità dei cambi implicita nell’Euro. Infatti, i cambi sono stati eliminati. (ma)







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