Compagnie cinesi stanno costruendo chiese in Africa per tutte le varie confessioni
cristiane, prendendo un posto occupato in passato dall’Europa, e più recentemente,
da società statunitensi. Alla basilica della Sacra Famiglia di Nairobi, per esempio,
la Zhongxing Construction sta costruendo un nuovo edificio per gli uffici dell’arcidiocesi
di Nairobi. “Abbiamo lavorato in precedenza con loro, e abbiamo avuto un’esperienza
positiva. Abbiamo reso pubblico un bando, e loro si sono presentati con l’offerta
migliore” ha commentato un responsabile diocesano. In passato - riferisce l'agenzia
AsiaNews - i Paesi che inviavano missionari in Africa costruivano anche i luoghi di
culto. “I nostri fratelli di fede, insieme con le loro società ci anno aiutato a costruire
le chiese. Ora la Cina è diventata un potere mondiale e vuole avere la sua presa anche
sull’Africa”, ha dichiarato in un’intervista il vescovo anglicano ugandese Stanley
Ntagali della diocesi di Masindi-Kitara. In Kenya i cinesi stanno costruendo case
per lo staff dell’arcidiocesi di Nairobi, oltre a erigere una chiesa per un gruppo
pentecostale nazionale, i Ministri evangelisti della fede. Un’altra società, la Fubeco
Ltd (China Funshin) sta costruendo, vicino a Nairobi, la chiesa di Nostra Signora
del Rosario, cattolica, a Kiambu. La stessa società aveva costruito Luther Plaza,
il quartier generale della chiesa luterana kenyota. La Cina d’altronde è un partner
di primo piano nel commercio con l’Africa, superando nel 2009 sia la Francia che il
Regno unito. E nel settore costruzioni le suo offerte battono regolarmente quelle
dei concorrenti, offrendo costi più bassi. La Cina stampa inoltre la maggior parte
delle Bibbie usate dai cristiani in Africa. Anche se la libertà religiosa in Cina,
specialmente per le confessioni cristiane non riconosciute dal regime è negata, Amity
printing Company, ha raddoppiato la quantità di Bibbie stampate nel 2007, passando
da sei a 12 miloni di copie. E gran parte di esse si riversano sul mercato africano.
“I contratti per stampare Bibbie vanno alla Cina perché offre prezzi più bassi di
qualsiasi Paese dell’occidente”, spiega Jesse Mugambi, professore di sociologia delle
religioni all’università di Nairobi. (R.P.)