Perugia-Assisi: in migliaia per la Marcia della pace
Oltre 24 chilometri in 6 ore di cammino nel nome delle pace e della fratellanza tra
i popoli. Sono quelli percorsi stamani da Perugia ad Assisi per la Marcia della pace,
che quest’anno coincide con il 50.mo anniversario dalla prima edizione ideata ed organizzata,
nel 1961, da Aldo Capitani. All’iniziativa hanno aderito, oltre a diversi rappresentanti
del mondo politico, anche molti esponenti laici e religiosi. Numerosi, poi, i rappresentanti
di Comuni e Province italiane, enti ed organizzazioni, nazionali ed internazionali,
impegnati nella lotta alla povertà, per la giustizia sociale, per l'uguaglianza dei
diritti dei popoli, contro le discriminazioni di sesso, religione e razza. Molti gli
slogan e le bandiere che hanno animato il lungo corteo, a partire dalla bandiera della
pace portata oggi come allora dai giovani, alla barca per ricordare le 1500 persone
morte quest'anno in mare per arrivare in Italia. All’iniziativa hanno preso parte
anche moltissimi cittadini e turisti. "La fratellanza dei popoli - si legge nel documento
finale della Marcia - si basa sulla dignita', sugli eguali diritti fondamentali e
sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani
sono il nome dei bisogni vitali di cui e' portatrice ogni persona. La sfida e' tradurre
in pratica il principio dell'interdipendenza e indivisibilita' dei diritti umani -
civili, politici, economici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel
segno dell'inclusione". Tra le proposte quelle di "garantire a tutti il diritto al
cibo e all'acqua; promuovere un lavoro dignitoso per tutti; investire sui giovani,
sull'educazione e la cultura; disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia;
ripudiare la guerra, tagliare le spese militari; difendere i beni comuni e il pianeta;
promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista; fare dell'Onu la casa
comune dell'umanita'; investire sulla societa' civile e sullo sviluppo della democrazia
partecipativa; costruire societa' aperte e inclusive". In Italia per realizzare questo
programma occorre - si legge ancora - "un governo di pace e una nuova politica, coerente
in ogni ambito, e investire con grande determinazione sulla costruzione di un'Europa
dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolenta e di una comunita'
del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domanda di liberta' e di giustizia
della primavera araba, trasformi finalmente quest'area di grandi crisi e tensioni
in un mare di pace e benessere per tutti". (A.L.)