2011-09-24 16:23:15

Yemen: dramma di sangue, altro 60 morti a Sanaa


Almeno 60 persone sono rimaste uccise e altre centinaia sono state ferite oggi durante la repressione delle manifestazioni in diversi quartieri di Sanaa, capitale dello Yemen. Gli scontri più violenti si sono registrati nella cosiddetta Piazza del cambiamento, luogo simbolo della contestazione al regime, dove sono morti anche undici soldati dissidenti. La situazione nel Paese arabo si è aggravata dopo il rientro del presidente Saleh. Il servizio di Fabrizio Angeli:RealAudioMP3

“Non c’è alternativa al dialogo e ai negoziati per mettere fine al bagno di sangue”. Il presidente yemenita, Saleh, cerca con queste parole di placare le violenze scoppiate di nuovo domenica scorsa, ma per il momento la situazione va peggiorando. Ai cento morti degli ultimi giorni se ne aggiungono solo oggi altri 60, tra manifestanti e soldati dell’opposizione al regime. Rientrato a sorpresa dopo tre mesi dall’Arabia Saudita, dove si trovava in convalescenza per i postumi di un attentato, il presidente al potere da 33 anni è stretto tra la morsa delle forze antigovernative del fratellastro e le migliaia di voci di protesta provenienti da Piazza del cambiamento, occupata pacificamente da otto mesi. La diplomazia occidentale spinge per un suo abbandono e nuove elezioni presidenziali, ma le prossime mosse di Saleh sono ancora un’incognita. Ad attenderlo c’è il piano di transizione presentato lo scorso aprile dal Consiglio di cooperazione del Golfo, che prevede appunto la sua uscita di scena. Ma secondo molti, il presidente starebbe cercando di assicurare una posizione chiave a suo figlio Ahmed, attuale comandante della Guardia repubblicana, prima di farsi da parte.







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