Istanbul: al Simposio cristiano-islamico scambio di esperienze sui pellegrinaggi
Al Simposio cristiano-islamico che si tiene in questi giorni a Istanbul, si è parlato
del pellegrinaggio che, secondo il relatore musulmano, sarebbe iniziato con Adamo
“che l’ha imparato dagli angeli in continuo volo nei cieli ripetendo il nome di Dio”,
e secondo i cattolici, invece, è iniziato con Abramo che, nonostante l’età avanzata,
lascia tutto e si incammina verso una terra che non conosce, divenendo il pellegrino
per eccellenza. I due relatori si sono trovati tuttavia d’accordo nel dire che il
pellegrinaggio esige distacco, sacrifici e disponibilità ad accettare la volontà di
Dio, come hanno confermato le due relatrici che, parlando del proprio pellegrinaggio,
hanno confessato di aver avuto la sensazione di vedere le porte dell’aldilà spalancarsi
davanti a loro, per aver compiuto il cammino con la volontà di avvicinarsi a Dio,
di vivere e rimanere con Lui. “A Gerusalemme - ha detto la relatrice cattolica - ho
potuto toccare con mano non tanto la storiografia e la geografia biblica, quanto Dio
dentro di me, nel mio prossimo e nelle voci infinite del creato”. La relatrice musulmana
ha detto di averlo vissuto come un passaggio dal buio alla luce; di essersi sentita
come un bambino appena nato, libera da ogni peso umano. Molto interessante la testimonianza
del cattolico che ha visitato un luogo sacro musulmano e del musulmano che ha visitato
un luogo sacro cattolico. Il primo ha parlato della visita a Konya, alla tomba di
Mevlana, una meta spirituale in cui “ognuno cerca una luce interiore che gli permetta
di ritrovare se stesso e di ritrovare il Signore creatore di tutti gli esseri”. Il
musulmano ha parlato dell’esperienza fatta nel monastero benedettino di Norcia, dove,
invitato dai religiosi, ha passato il Triduo sacro di una Settimana Santa, condividendo
la vita dei monaci che ha punti di contatto con quella islamica, come la fede in un
solo Dio, gli orari fissi per la preghiera (che i monaci fanno sette volte al giorno,
e non cinque, come i musulmani), il digiuno e l’impegno per capire la parola di Dio,
invitando poi i giovani presenti a fare la stessa esperienza con i religiosi che si
trovano in Turchia per cambiare giudizi e opinioni dettati, in genere, dalla mancanza
di conoscenza reciproca. (Da Istanbul, padre Egidio Picucci)