Il silenzio raccolto di 90 mila fedeli ai Vespri presieduti dal Papa al Santuario
di Etzelsbach
Con il pellegrinaggio alla Wallfahrtkapelle di Etzelsbach e la celebrazione dei Vespri
mariani sulla spianata antistante al piccolo santuario mariano di fronte a circa 90
mila fedeli si è conclusa ieri la seconda giornata del viaggio apostolico di Benedetto
XVI in Germania. Ad accogliere il Papa, il vescovo di Erfurt, mons. Joachim Wanke,
che ha sottolineato come nonostante le difficoltà della storia e le persecuzioni di
ben due dittature il cristianesimo sia riuscito a sopravvivere nella piccola regione
rurale dell’Eichsfeld. Il servizio del nostro inviato in Germania Stefano Leszczynski:
Un’immensa
folla di fedeli è accorsa ieri sera nel piazzale di fronte al santuario mariano di
Etzelsbach, per partecipare insieme a Benedetto XVI alla celebrazione dei vespri mariani.
Una partecipazione di popolo straordinaria per una regione come quella dell’Eichsfeld
sottomessa per oltre mezzo secolo alla dittatura comunista della ex DDR. Una condizione
particolare che è stata richiamata anche dal Papa nel discorso che ha preceduto la
celebrazione dei vespri:
“In zwei gottlosen Diktaturen, die es darauf
anlegten,... In due dittature empie, che hanno mirato a togliere
agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell’Eichsfeld era sicura di poter
trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore.”
L’immagine miracolosa di Etzelsbach, sul luogo del cui ritrovamento
è sorto il Santuario, è una particolare Pietà lignea in cui i cuori di Gesù e di sua
Madre sono rivolti l’uno verso l’altro. Esortando a contemplare l’immagine di Maria
mentre stringe delicatamente e con amore il corpo esanime del Figlio, il Papa ha sottolineato
la specificità della devozione mariana per il cristianesimo, ma in contrasto con la
cultura contemporanea. L’immagine del cuore immacolato di Maria – ha spiegato Benedetto
XVI – è un simbolo dell’unità profonda e senza riserva con Cristo nell’amore:
“Nicht
die Selbstverwirklichung, das sich selber Haben-und... Non è l’autorealizzazione
a compiere il vero sviluppo della persona, cosa che oggi viene proposta come modello
della vita moderna, ma che può facilmente mutarsi in una forma di egoismo raffinato.
– ha ammonito Benedetto XVI - È piuttosto l’atteggiamento del dono di sé, che si
orienta verso il cuore di Maria e con ciò anche verso il cuore del Redentore”.
“La
nostra fiducia nell'intercessione efficace della Madre di Dio e la nostra gratitudine
per l'aiuto sempre nuovamente sperimentato portano in sé - ha aggiunto il Papa - in
qualche modo l'impulso a spingere la riflessione al di là delle necessità del momento:
“Was will Maria uns eigentlich sagen, wenn sie uns aus einer Not
erettet?... Che cosa vuol dirci veramente Maria, quando ci salva
dal pericolo?". "Vuole aiutarci a comprendere – ha spiegato il Papa - l'ampiezza
e la profondità della nostra vocazione cristiana. Con delicatezza materna vuole farci
capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all'amore ricco di misericordia
del nostro Dio. Come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale è la fonte di ogni
bene e non vuole nient'altro che la tua vera felicità, ha il diritto di esigere da
te una vita che si abbandoni senza riserve e con gioia alla sua volontà e si adoperi
perché anche gli altri facciano altrettanto".
E’ questa la strada,
l’indicazione che Maria ci lascia e che ancora una volta ben si sposa con il motto
di questo 21.mo viaggio apostolico: “Dove c’è Dio, là c’è futuro”. L’intera celebrazione
liturgica si è svolta in un clima di grande intensità e raccoglimento, che ha raggiunto
il proprio culmine nel momento dell’adorazione eucaristica quando sulla distesa del
Santuario di Etzelsbach tra i 90 mila fedeli presenti è calato un profondo silenzio
di raccoglimento. Al termine del Vespro, Papa Benedetto XVI ha sostato a lungo in
raccoglimento davanti all’immagine miracolosa e in segno della sua profonda venerazione
mariana.