2011-09-24 16:18:53

Il silenzio raccolto di 90 mila fedeli ai Vespri presieduti dal Papa al Santuario di Etzelsbach


Con il pellegrinaggio alla Wallfahrtkapelle di Etzelsbach e la celebrazione dei Vespri mariani sulla spianata antistante al piccolo santuario mariano di fronte a circa 90 mila fedeli si è conclusa ieri la seconda giornata del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Germania. Ad accogliere il Papa, il vescovo di Erfurt, mons. Joachim Wanke, che ha sottolineato come nonostante le difficoltà della storia e le persecuzioni di ben due dittature il cristianesimo sia riuscito a sopravvivere nella piccola regione rurale dell’Eichsfeld. Il servizio del nostro inviato in Germania Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

Un’immensa folla di fedeli è accorsa ieri sera nel piazzale di fronte al santuario mariano di Etzelsbach, per partecipare insieme a Benedetto XVI alla celebrazione dei vespri mariani. Una partecipazione di popolo straordinaria per una regione come quella dell’Eichsfeld sottomessa per oltre mezzo secolo alla dittatura comunista della ex DDR. Una condizione particolare che è stata richiamata anche dal Papa nel discorso che ha preceduto la celebrazione dei vespri:

“In zwei gottlosen Diktaturen, die es darauf anlegten,...
In due dittature empie, che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell’Eichsfeld era sicura di poter trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore.”

L’immagine miracolosa di Etzelsbach, sul luogo del cui ritrovamento è sorto il Santuario, è una particolare Pietà lignea in cui i cuori di Gesù e di sua Madre sono rivolti l’uno verso l’altro. Esortando a contemplare l’immagine di Maria mentre stringe delicatamente e con amore il corpo esanime del Figlio, il Papa ha sottolineato la specificità della devozione mariana per il cristianesimo, ma in contrasto con la cultura contemporanea. L’immagine del cuore immacolato di Maria – ha spiegato Benedetto XVI – è un simbolo dell’unità profonda e senza riserva con Cristo nell’amore:

“Nicht die Selbstverwirklichung, das sich selber Haben-und...
Non è l’autorealizzazione a compiere il vero sviluppo della persona, cosa che oggi viene proposta come modello della vita moderna, ma che può facilmente mutarsi in una forma di egoismo raffinato. – ha ammonito Benedetto XVI - È piuttosto l’atteggiamento del dono di sé, che si orienta verso il cuore di Maria e con ciò anche verso il cuore del Redentore”.

“La nostra fiducia nell'intercessione efficace della Madre di Dio e la nostra gratitudine per l'aiuto sempre nuovamente sperimentato portano in sé - ha aggiunto il Papa - in qualche modo l'impulso a spingere la riflessione al di là delle necessità del momento:

“Was will Maria uns eigentlich sagen, wenn sie uns aus einer Not erettet?...
Che cosa vuol dirci veramente Maria, quando ci salva dal pericolo?". "Vuole aiutarci a comprendere – ha spiegato il Papa - l'ampiezza e la profondità della nostra vocazione cristiana. Con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all'amore ricco di misericordia del nostro Dio. Come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale è la fonte di ogni bene e non vuole nient'altro che la tua vera felicità, ha il diritto di esigere da te una vita che si abbandoni senza riserve e con gioia alla sua volontà e si adoperi perché anche gli altri facciano altrettanto".

E’ questa la strada, l’indicazione che Maria ci lascia e che ancora una volta ben si sposa con il motto di questo 21.mo viaggio apostolico: “Dove c’è Dio, là c’è futuro”. L’intera celebrazione liturgica si è svolta in un clima di grande intensità e raccoglimento, che ha raggiunto il proprio culmine nel momento dell’adorazione eucaristica quando sulla distesa del Santuario di Etzelsbach tra i 90 mila fedeli presenti è calato un profondo silenzio di raccoglimento. Al termine del Vespro, Papa Benedetto XVI ha sostato a lungo in raccoglimento davanti all’immagine miracolosa e in segno della sua profonda venerazione mariana.







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