2011-09-24 16:09:32

Altri 60 morti nello Yemen, mentre il presidente Saleh parla di dialogo


Almeno 60 persone sono rimaste uccise e altre centinaia sono state ferite oggi durante la repressione delle manifestazioni in diversi quartieri di Sanaa, capitale dello Yemen. Gli scontri più violenti si sono registrati nella cosiddetta Piazza del cambiamento, luogo simbolo della contestazione al regime, dove sono morti anche undici soldati dissidenti. La situazione nel Paese arabo si è aggravata dopo il rientro del presidente Saleh. Il servizio di Fabrizio Angeli:RealAudioMP3

“Non c’è alternativa al dialogo e ai negoziati per mettere fine al bagno di sangue”. Il presidente yemenita, Saleh, cerca con queste parole di placare le violenze scoppiate di nuovo domenica scorsa, ma per il momento la situazione va peggiorando. Ai cento morti degli ultimi giorni se ne aggiungono solo oggi altri 60, tra manifestanti e soldati dell’opposizione al regime. Rientrato a sorpresa dopo tre mesi dall’Arabia Saudita, dove si trovava in convalescenza per i postumi di un attentato, il presidente al potere da 33 anni è stretto tra la morsa delle forze antigovernative del fratellastro e le migliaia di voci di protesta provenienti da Piazza del cambiamento, occupata pacificamente da otto mesi. La diplomazia occidentale spinge per un suo abbandono e nuove elezioni presidenziali, ma le prossime mosse di Saleh sono ancora un’incognita. Ad attenderlo c’è il piano di transizione presentato lo scorso aprile dal Consiglio di cooperazione del Golfo, che prevede appunto la sua uscita di scena. Ma secondo molti, il presidente starebbe cercando di assicurare una posizione chiave a suo figlio Ahmed, attuale comandante della Guardia repubblicana, prima di farsi da parte.

Mogadiscio: un morto per esplosione in una sede Onu
Almeno una persona è morta in seguito a una forte esplosione nei locali dell'agenzia dell'Onu per lo sminamento di Mogadiscio, secondo quanto riportato da testimoni. L'esplosione ha distrutto un'auto che si trovava nel parcheggio dell'agenzia e ucciso la persona a bordo del veicolo, ha precisato un testimone all'Afp.

Le forze del governo transitorio entrate a Sirte, città natale di Gheddafi
Le forze del Consiglio nazionale di transizione libico sono entrate a Sirte, città natale di Gheddafi e una delle ultime roccaforti dei suoi sostenitori. Lo riferiscono alcuni giornalisti dell’agenzia Reuters. I combattimenti sono ancora in corso in alcune zone, mentre aerei Nato sorvolano la città. Intanto, oggi il Cnt si riunisce a Bengasi per discutere la creazione di un governo provvisorio per la nuova Libia. Da mediare l’equilibrio tra le varie componenti politiche, che faticano a trovare un accordo.

Bahrain, si vota per i seggi dei deputati dimissionari per protesta
Seggi aperti in Bahrain per le elezioni parlamentari suppletive, che dovranno assegnare i seggi dei deputati dell’opposizione sciita che a inizio anno si sono dimessi in segno di protesta contro la repressione delle proteste antigovernative. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Nel Paese arabo si assegnano con queste consultazioni 14 dei 40 seggi del parlamento di Manama: 84 i candidati in lizza, tra i quali nove donne. Un voto che avviene in un clima di forte tensione. Solo pochi giorni fa, le forze di sicurezza hanno caricato un corteo di dimostranti nelle strade della capitale, che cercavano di marciare verso la centrale Piazza delle Perla, luogo simbolo della rivolta contro la monarchia sunnita. Scarsa sinora l’affluenza alle urne, forse anche a causa dell’iniziativa dei partiti dell'opposizione, che hanno invitato i propri sostenitori a boicottare il voto. Intanto, nel timore di violenze e di ulteriori contestazioni, le autorità hanno rafforzato la sicurezza in tutto il regno. I seggi chiuderanno tra poche ore. Entro oggi i risultati definitivi. Si è giunti a questo voto dopo che, lo scorso febbraio, 18 parlamentari del principale movimento di opposizione sciita, hanno abbandonato l'Assemblea in segno di protesta contro la violenza usata dalle forze di sicurezza nei confronti dei manifestanti, scesi in piazza per chiedere democrazia e riforme. La repressione delle proteste contro la monarchia sunnita al potere hanno causato sinora almeno 30 morti.

Crisi economica in Grecia, Bce e Fmi non escludono default
Il default della Grecia non è più da escludere, anzi è uno degli scenari possibili. A dirlo è Klaas Knot, presidente della Banca centrale olandese e membro del consiglio della Banca centrale europea. È la prima volta che un esponente di spicco dell’Eurotower considera la possibilità del fallimento dello Stato greco. Da Washington, anche il responsabile del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale avverte che se la Grecia esita e procrastina le decisioni del luglio scorso, la bancarotta non potrebbe essere evitata, “perché gli europei si stancherebbero di concedere soldi a qualcuno senza speranza”. Secondo gli analisti, a oggi le possibilità di un fallimento sono superiori al 90 per cento. Quello di Atene sarebbe il più grande default della storia per uno Stato sovrano, con un debito di 353 miliardi di euro, cinque volte quello dell’Argentina del 2001.

Incontro ai vertici militari di Pakistan e Usa
Il capo del Centocom (Comando centrale) americano, generale James Mattis, ha incontrato oggi a Rawalpindi in Pakistan il comandante in capo dell'esercito pakistano, il generale Ashfaq Pervez Kayani, per discutere le relazioni militari fra i due Paesi e la difficile fase della cooperazione bilaterale contro il terrorismo. Lo riferisce DawnNews Tv. Secondo l’emittente, si è parlato di situazione della sicurezza nel Waziristan settentrionale e lungo la frontiera afghano-pakistana. Al riguardo, Kayani avrebbe chiesto al suo interlocutore l'apertura di una inchiesta congiunta sugli attacchi sferrati in territorio pakistano da posizioni in Afghanistan. I rapporti fra Islamabad e Washington sono diventati tesi dopo che personalità militari e governative statunitensi hanno formulato gravi accuse contro i servizi di intelligence pakistani; accuse di collusione con gruppi armati afghani che attaccano uomini e mezzi degli Stati Uniti. Ieri, Kayani aveva definito “infelici” e “prive di fondamento” le accuse del comandante in capo delle Forze armate americane, l'ammiraglio Mike Mullen, secondo cui la cosiddetta Rete Haqqani è il “braccio armato” operativo dell'Isi in Afghanistan.

Kosovo: blocchi stradali al nord, i serbi costruiscono passaggi alternativi
Aumenta la tensione nel nord del Kosovo, dove i serbi da giorni impediscono la circolazione con blocchi stradali e barricate e stanno cercando di realizzare passaggi alternativi nei boschi. I manifestanti protestano contro la presa di controllo di due posti di frontiera con la Serbia da parte di poliziotti e doganieri kosovari albanesi. Le forze Nato nel Paese stanno valutando la possibilità di un intervento. Ma ora è a rischio la ripresa dei negoziati tra Belgrado e Pristina, in programma il 28 settembre a Bruxelles.

Sette persone uccise dall’esercito nel Darfur
L’attacco di due villaggi nel nord del Darfur da parte dell’esercito sudanese ha provocato ieri la morte di sette persone, secondo un portavoce dei ribelli locali. Molte altre persone sono fuggite, ha riferito un membro dell’Esercito di liberazione del Sudan, e le violenze continuano. La regione, nell’ovest del Paese, dal 2003 è stata scossa da una violenta guerra civile che ha richiesto l’intervento dei caschi blu dell’Onu.

Russia: Putin candida a sorpresa Medvedev come capo del governo
Il premier russo, Vladimir Putin, ha lanciato ufficialmente la candidatura dell’attuale presidente Dmitri Medvedev come suo successore alla guida del governo. La mossa a sorpresa è arrivata davanti ai delegati del congresso del partito a Mosca, in vista delle elezioni legislative del 4 dicembre prossimo. Secondo gli analisti, si prospetta così uno scambio di cariche ai vertici russi, con Medvedev che a sua volta ha già proposto di sostenere Putin alle presidenziali di marzo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Fabrizio Angeli)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 267







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