2011-09-23 14:17:29

XI Forum economico sull’Africa: il contributo delle economie emergenti


È stato dedicato all’ “Africa e i suoi partner emergenti” l’XI Forum economico internazionale sull’Africa appena conclusosi a Parigi su iniziativa dell’Organizzazione di Cooperazione e Sviluppo Economico e della Banca di Sviluppo Africana, che ha evidenziato due dati positivi, prontamente riportati dall’agenzia Misna: una crescita economica superiore al 5% nel 2011 e investimenti in aumento da parte dei Paesi emergenti. Sempre più importanti, infatti, risultano essere per il continente gli investimenti di Cina, India, Brasile, Turchia e Corea del Sud, destinati soprattutto alle materie prime come minerali e idrocarburi, ma che hanno consentito anche un incremento di esportazioni nel settore manifatturiero nell’arco dell’ultimo decennio. Questi Paesi, inoltre, investono direttamente nella costruzione di infrastrutture e progetti industriali in loco, anziché versare a tal fine contributi agli Stati. Secondo le previsioni di crescita del Fondo Monetario Internazionale, tra il 2011 e il 2012 i Paesi dell’Africa sub sahariana registreranno i tassi di crescita più elevati del mondo, segno tangibile del fatto che il baricentro dell’economia mondiale si sia definitivamente spostato verso sud: per il Ghana, ad esempio, si prevede una crescita del 13,5% e così pure per i Paesi produttori di petrolio, quali Nigeria e Angola. La Costa d’Avorio è in fase di recessione a causa della recente crisi elettorale, mentre il Sudafrica si sta riprendendo da un periodo negativo; infine i Paesi del Nord del continente stanno scontando le conseguenze della cosiddetta primavera araba. Il prossimo appuntamento sul tema sarà il vertice del G20, previsto per il 3 e il 4 novembre a Cannes, in Francia: ai Paesi del G20 i ministri africani chiederanno un maggior sostegno “per sviluppare e rinnovare infrastrutture nazionali e regionali di qualità, indispensabili alla crescita e all’occupazione”. Ai governi africani, di contro, l’Ocse ha ribadito l’urgenza di trasformare la crescita economica in sviluppo sociale, cioè ridurre le ineguaglianze, lottare contro la disoccupazione e promuovere l’istruzione e la formazione professionale. (R.B.)







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