XI Forum economico sull’Africa: il contributo delle economie emergenti
È stato dedicato all’ “Africa e i suoi partner emergenti” l’XI Forum economico internazionale
sull’Africa appena conclusosi a Parigi su iniziativa dell’Organizzazione di Cooperazione
e Sviluppo Economico e della Banca di Sviluppo Africana, che ha evidenziato due dati
positivi, prontamente riportati dall’agenzia Misna: una crescita economica superiore
al 5% nel 2011 e investimenti in aumento da parte dei Paesi emergenti. Sempre più
importanti, infatti, risultano essere per il continente gli investimenti di Cina,
India, Brasile, Turchia e Corea del Sud, destinati soprattutto alle materie prime
come minerali e idrocarburi, ma che hanno consentito anche un incremento di esportazioni
nel settore manifatturiero nell’arco dell’ultimo decennio. Questi Paesi, inoltre,
investono direttamente nella costruzione di infrastrutture e progetti industriali
in loco, anziché versare a tal fine contributi agli Stati. Secondo le previsioni di
crescita del Fondo Monetario Internazionale, tra il 2011 e il 2012 i Paesi dell’Africa
sub sahariana registreranno i tassi di crescita più elevati del mondo, segno tangibile
del fatto che il baricentro dell’economia mondiale si sia definitivamente spostato
verso sud: per il Ghana, ad esempio, si prevede una crescita del 13,5% e così pure
per i Paesi produttori di petrolio, quali Nigeria e Angola. La Costa d’Avorio è in
fase di recessione a causa della recente crisi elettorale, mentre il Sudafrica si
sta riprendendo da un periodo negativo; infine i Paesi del Nord del continente stanno
scontando le conseguenze della cosiddetta primavera araba. Il prossimo appuntamento
sul tema sarà il vertice del G20, previsto per il 3 e il 4 novembre a Cannes, in Francia:
ai Paesi del G20 i ministri africani chiederanno un maggior sostegno “per sviluppare
e rinnovare infrastrutture nazionali e regionali di qualità, indispensabili alla crescita
e all’occupazione”. Ai governi africani, di contro, l’Ocse ha ribadito l’urgenza
di trasformare la crescita economica in sviluppo sociale, cioè ridurre le ineguaglianze,
lottare contro la disoccupazione e promuovere l’istruzione e la formazione professionale.
(R.B.)