Onu: ore decisive per il riconoscimento dello Stato palestinese
È la giornata chiave all’Onu per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Oggi
pomeriggio il presidente palestinese Abu Mazen presenterà una richiesta ufficiale
davanti alle Nazioni Unite. Ultimi tentativi diplomatici per evitare lo scontro davanti
al Consiglio di Sicurezza. Intanto in Israele, stato d’allerta elevato per il timore
di disordini. Ventiduemila agenti presidiano la Cisgiordania e la Spianata delle moschee
a Gerusalemme est. Il servizio di Fabrizio Angeli:
Tra poche
ore a New York il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen depositerà
nelle mani del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, la richiesta di riconoscimento
formale della Palestina per poi pronunciare il suo intervento davanti all’Assemblea
delle Nazioni unite. L’hanno già definita “la mossa diplomatica perfetta”, quella
capace di dividere il mondo intero in due schieramenti contrapposti. Da una parte
Israele, che teme l’accerchiamento di tutto il blocco arabo, e gli Stati Uniti, che
vogliono evitare a tutti i costi l’aumento dell’instabilità nella regione mediorientale
ed hanno già annunciato il veto in sede di Consiglio di Sicurezza. Dall’altra il mondo
arabo, ora appoggiato anche dalla Turchia di Erdogan. In mezzo la diplomazia occidentale,
con Sarkozy che critica apertamente Obama e i mediatori che spingono ancora per far
ripartire i negoziati di pace lontano dal Palazzo di Vetro di New York. Intanto nelle
città palestinesi si annunciano manifestazioni pacifiche, ma anche proteste contro
l’esercito israeliano. A inasprire un clima già molto teso ci ha pensato ieri il discorso
di Ahmadinejad, concluso con l’abbandono dell’aula da parte dei delegati occidentali.
Il presidente iraniano ha attaccato Israele e gli stessi Stati Uniti, che ostacolerebbero
chiunque “metta in discussione l’Olocausto e gli eventi dell’11 settembre”.