"Siamo profondamente
amareggiati. Né i tunisini, né i lampedusani avrebbero voluto che si arrivasse a questa
situazione, che si doveva e poteva evitare. Ma le istituzioni hanno sottovalutato
le nostre preoccupazioni espresse da tempo. Stiamo vivendo una guerra tra poveri".
Don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, commenta in diretta su One o Five Live
il clima di acuta tensione a Lampedusa. "Ciò che si sta verificando nell'isola
- precisa il sacerdote - è risultato di paure che si scontrano. Non si possono lasciare
le persone nella paura per mesi e mesi. Le visite dei politici qui sono diventate
solo una passerella. La popolazione ha sempre mostrato equilibrio e pazienza e non
si merita questa degerazione. Non è dignitoso. Qui si ha la percezione che ci sia
qualcuno che abbia desiderato che la situazione precipitasse". Don Stefano aggiunge
che l'episodio verificatosi al centro di accoglienza sta scoraggiando l'opera dei
volontari presenti nell'isola e rischia di annullare il lavoro svolto negli ultimi
mesi. L'appello al governo italiano è di "avere il coraggio di parlare a tutti con
chiarezza". Wijdane Merji, tunisina che vive a Milano, sottolinea l'incertezza
cronica in cui sono costretti a vivere questi migranti. "Non hanno nessuna informazione
sul loro futuro. Ciò porta ad una situazione esasperante. I rimpatri - aggiunge -
vanno effettuati nel rispetto della legge ma in maniera realistica, perché non si
può immaginare di rimandare indietro centinaia di persone nelle stesse condizioni
in cui sono fuggite".