Il rapporto Oxfam sulle “terre in affitto”: nuova forma di antisviluppo
L’accaparramento delle terre, fenomeno più noto con il termine “land grabbing”, è
una vera e propria forma di “antisviluppo”. Lo afferma senza mezzi termini il rapporto
dell’organizzazione non governativa Oxfam, che s’intitola, in maniera eloquente, “La
corsa all’oro”. Negli ultimi dieci anni, dal 2001 a oggi, sono 227 milioni gli ettari
di terra venduti, affittati o concessi in uso in tutto il mondo: una superficie equivalente
all’intera Europa nord-occidentale, sono i dati citati dall’agenzia Misna e contenuti
nel rapporto, che analizza 1100 accordi relativi a 67 milioni di ettari di terreno,
il 50% dei quali in Africa, corrispondenti più o meno all’estensione della Germania.
In particolare sono trattati i casi di land grab in Uganda, Indonesia, Guatemala,
Honduras e Sud Sudan. “Lo scandalo è che l’80% delle terre accaparrate resta inutilizzato
dopo essere stato sottratto alla produzione di cibo – sottolinea il presidente di
Oxfam Italia, Francesco Petrelli – gli accordi legati alla base della compravendita
dei terreni non sono stati rispettati e nei luoghi in cui sono già avvenuti gli sfratti
ci sono conflitti, insicurezza alimentare, perdita di bestiame, di case e, in una
parola, di futuro”. (R.B.)