2011-09-22 15:08:04

La Federal Reserve paventa un rallentamento della crescita Usa, Borse europee al ribasso


Tutte al ribasso anche oggi le Borse Europee, così come hanno chiuso in netto calo tutte le piazze asiatiche. Una nuova giornata difficile, dunque, che giunge a poche ore dalle previsioni della Federal Reserve sull'andamento dell'economia statunitense, che ieri ha parlato di "significativi rischi di rallentamento". Questa ondata di ribassi fa capire quanto l’economia sia più che mai globalizzata. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Ugo Bertone, direttore di Finanza e Mercati:RealAudioMP3

R. – Partiamo dagli Stati Uniti d’America. L’allarme lanciato dalla Federal Reserve è inusuale nei toni, perché sono estremamente forti, ma è anche inusuale la modestia della risposta: è come aver "gridato al fuoco al fuoco" e poi grazie a questa operazione molto tecnica, che abbasserà comunque il costo del denaro - ma non è questo il vero problema - sembra quasi aver risposto al fuoco con una pistola d’acqua. I mercati sentono l’impotenza della Banca Centrale degli Stati Uniti, il che non è un bel segnale.

D. – Negli Stati Uniti s’incontrano intanto i ministri economici del Brics – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – che sono poi le economie che stanno resistendo maggiormente alla crisi, nonostante la crescita anche per loro stia rallentando. La fine della crisi, secondo lei, può iniziare da lì?

R. – Io ne dubito. Abbiamo visto che per fortuna il motore della Cina è riuscito, assieme a quello del Brasile e dell’India, a trascinare e a far galleggiare il mondo dopo la crisi di Lehman Brothers. Ma oggi questi Paesi non sembrano più in grado di fare da locomotive. Lo dimostra il fatto che dall’inizio di agosto, la crisi non li ha affatto risparmiati. In questo momento i Brics si stanno riunendo e stanno cercando una sorta di soluzione comune con l’Occidente, sperando che si riesca ad uscire tutti fuori dalla crisi.

D. – Stati Uniti ed Europa, le due sponde dell’Atlantico, stanno combattendo una guerra feroce contro la crisi. Quale, secondo lei, tra le due economie riuscirà a uscire prima da questo tunnel?

R. – La crisi americana è molto grave e relativamente più semplice nei suoi temi: c’è un problema fondamentale di sviluppo e di crescita e, alle spalle, sullo sfondo c’è un grosso conflitto politico sulle tasse. Il ruolo della Federal Reserve non può che venir accompagnato da una scelta che prima o poi faranno tra più tasse o meno tasse, più Stato o meno Stato e fino a quel momento l’America soffrirà. Per l’Europa la situazione è molto più complessa: per la prima volta nella storia c’è una moneta, ma dietro non c’è uno Stato, un’organizzazione comune ed unica e questa è una grossa complicazione in più. In questo momento è molto difficile far capire ai greci che devono fare ulteriori sacrifici, si rischia, da quel punto di vista, un rifiuto generalizzato, che può portare dei guai a tutti, non solo dal punto di vista finanziario e tecnico, ma politico. (ap)







All the contents on this site are copyrighted ©.