Iniziato il 21.mo viaggio apostolico in Germania. Il Papa al Paese: vengo per parlare
di Dio, la libertà è condividere valori non manipolabili
La vera libertà non è individualismo ma relazione solidale con gli altri, fondata
su valori non manipolabili: è quanto ha affermato Benedetto XVI al suo arrivo in Germania
per il terzo viaggio apostolico nella sua terra natale. L’aereo papale è atterrato
all’Aeroporto internazionale di Berlino-Tegel verso le 10.15. Ad accoglierlo, il presidente
tedesco Christian Wulff con la consorte, la cancelliera Angela Merkel, l’arcivescovo
di Berlino Rainer Maria Woelki e altre autorità religiose e civili. Al Castello Bellevue,
residenza ufficiale del capo di Stato, si è poi svolta la cerimonia di benvenuto.
Da Berlino il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti.
Accoglienza
calorosa per Benedetto XVI a Berlino, in una giornata un po’ coperta e ventosa ma
mite: all’aeroporto due bambini porgono dei fiori al Papa che s’intrattiene a parlare
con loro. Quindi il trasferimento al Castello Bellevue, che deve il suo nome alla
splendida vista sul fiume Sprea, per la cerimonia di benvenuto. Il Papa ringrazia
il presidente Wulff, per l’invito ufficiale in Germania:
“Auch wenn
diese Reise ain offizieller Besuch ist, der die guten Beziehungen... Pur
essendo questo Viaggio una Visita ufficiale – ha affermato – in primo luogo non sono
venuto qui per perseguire determinati obiettivi politici o economici (…) ma per incontrare
la gente e parlare di Dio”.
Il Papa sottolinea come nei confronti
della religione ci sia “una crescente indifferenza nella società che, nelle sue decisioni,
ritiene la questione della verità piuttosto come un ostacolo, e dà invece la priorità
alle considerazioni utilitaristiche”:
“Es bedarf aber für unser Zusammenleben
einer verbindlichen Basis, sonst lebt... D’altra parte c’è bisogno
di una base vincolante per la nostra convivenza, altrimenti ognuno vive solo seguendo
il proprio individualismo. La religione è uno di questi fondamenti per una convivenza
riuscita”.
La religione ha bisogno della libertà – ha affermato
citando il grande vescovo e riformatore sociale Wilhelm von Ketteler – ma anche la
libertà ha bisogno della religione. La libertà, infatti “ha bisogno di un legame originario
ad un’istanza superiore”:
“Daβ es Werte
gibt, die durch nichts und niemand manipulierbar sind,... Il fatto
che ci sono valori che non sono assolutamente manipolabili è la vera garanzia della
nostra libertà. Chi si sente obbligato al vero e al bene, subito sarà d’accordo con
questo: la libertà si sviluppa solo nella responsabilità di fronte a un bene maggiore.
Tale bene esiste solamente per tutti insieme; quindi devo interessarmi sempre anche
dei miei prossimi”.
La libertà, dunque, “non può essere vissuta
in assenza di relazioni”:
“Im menschlichen Miteinander geht Freiheit
nicht ohne Solidarität.… Nella convivenza umana non si dà libertà
senza solidarietà. Ciò che sto facendo a scapito degli altri, non è libertà, ma azione
colpevole che nuoce agli altri e anche a me stesso. Posso realizzarmi veramente quale
persona libera solo usando le mie forze anche per il bene degli altri. Questo vale
non soltanto per l’ambito privato ma anche per la società”.
Il Papa
guarda alla storia tedesca. “Lo sguardo chiaro anche sulle pagine scure del passato
– osserva – ci permette di imparare da esso” e di ricevere stimoli per il presente.
E ricorda che la Germania di oggi è diventata quella che è “attraverso la forza della
libertà plasmata dalla responsabilità davanti a Dio e dell’uno davanti all’altro”,
ma come tutto il mondo ha bisogno di “un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta
di valori fondamentali su cui costruire un futuro migliore”.
Il presidente
Wulff ha espresso la sua gioia per la presenza del Papa: qui – ha detto – si troverà
a casa sua. Ha sottolineato che la storia della Germania è strettamente intrecciata
con il cristianesimo. Ha ricordato alcuni grandi testimoni della fede del secolo scorso,
come Dietrich Bonhoeffer, Edith Stein e Bernhard Lichtenberg, che hanno pagato con
la vita la loro opposizione a un regime criminale e senza Dio. Senza i valori cristiani
e l’impegno degli operai cattolici polacchi, senza il sostegno della Chiesa e di
Giovanni Paolo II – ha rilevato – non sarebbe stata possibile quella rivoluzione
pacifica che ha portato alla riunificazione della Germania. Nell’attuale società pluralista,
la fede, tuttavia – ha proseguito – non è più scontata e ha bisogno di essere confermata.
Quindi, ha ricordato l’impegno di milioni di cristiani tedeschi a favore delle popolazioni
povere del mondo. E di questo ha ringraziato la Chiesa e Benedetto XI. Chiesa e Stato
in Germania – ha aggiunto – sono separate ma la Chiesa non è una società parallela
e vive in mezzo alla gente per rispondere ai suoi tanti interrogativi: con quanta
misericordia tratta le divisioni nella storia della gente, come tratta le divisioni
nella propria storia e gli errori di suoi esponenti, quale il ruolo dei laici e delle
donne nella Chiesa. Il capo di Stato ha poi manifestato apprezzamento per il processo
di dialogo avviato dalla Chiesa Cattolica in Germania e per l’incontro di Benedetto
XVI ad Erfurt con i luterani.
Al termine dell’incontro il Papa si è
recato presso la sede della Conferenza episcopale tedesca a Berlino per un colloquio
molto cordiale con la cancelliera Angela Merkel. Oggi pomeriggio, l’atteso discorso
al Bundestag, seguito dall’incontro con i rappresentanti della comunità ebraica.
Come
da usanza, durante il viaggio aereo verso la Germania, Benedetto XVI ha inviato telegrammi
di saluto ai presidente delle nazioni sorvolate. Con il capo dello Stato italiano,
Giorgio Napolitano, il Papa ha espresso l’auspicio “di un sempre più intenso rinnovamento
etico per il bene della diletta Italia”. Al presidente austriaco, Heinz Fischer, sono
giunti i saluti del Pontefice assieme all’invocazione “per tutti i cittadini dell’Austria”
della protezione e benedizione di Dio. Al presidente della Repubblica ceca, Václav
Klaus, Benedetto XVI ha detto di pregare “per il continuo progresso spirituale e materiale
del popolo”.