Colombia: la guerriglia continua a sconvolgere la vita dei piccoli centri del Chocò
Le frequenti azioni dei gruppi armati contro la popolazione hanno creato ansia e paura
fra gli afro-discendenti e gli indigeni che abitano nel dipartimento di Chocò, tanto
che non riescono più a condurre una regolare vita quotidiana e vivono, traumatizzati,
nel silenzio, evitando persino di parlare della loro situazione. Nei giorni scorsi
ci sono stati almeno altri due attacchi armati da parte delle Forze Armate Rivoluzionarie
della Colombia (Farc) in questa zona del territorio nord-occidentale, che si trova
al confine con lo stato di Panama. Il primo attacco si è verificato il 18 settembre
nella cittadina costiera di Llorò, nella zona dell’Alto Atrato, senza causare vittime;
il secondo episodio, il giorno seguente, è avvenuto in un quartiere di Quibdo, la
capitale del dipartimento di Chocò, ed ha causato la morte di un poliziotto e il ferimento
di un altro. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Fides, quando si è scatenato
il conflitto a Llorò, gli abitanti della zona, quasi tutti neri, si sono rifugiati
nelle loro case, sbarrando porte e finestre, invocando la protezione di Dio. La casa
parrocchiale è diventata un alveare di persone, soprattutto giovani, che, confusi,
correvano avanti e indietro. Poco prima nella parrocchia era stato ricordato Miguel
Angel Quiroga, dei religiosi Marianisti, ucciso tredici anni fa dai paramilitari in
questo comune. Il sovrintendente di polizia di Llorò, Raúl Gutiérrez ha detto alla
stampa che alcuni membri del Fronte 34 delle Farc avevano aperto il fuoco contro l'ufficio
di polizia, sparando dalla sponda opposta del fiume Atrato. La sua prima impressione
è stata che, con questa azione, i guerriglieri “possano aver voluto distogliere l'attenzione,
forse per spostare il trasporto della droga o di altra merce in un punto diverso del
fiume”. Mauricio Salinas, portavoce della diocesi di Quibdo, che ogni mattina conduce
un programma alla radio comunitaria nel comune di Llorò, ha detto ad una agenzia che
“la mancanza di informazioni sicure ha portato solo ansia e panico fra la gente”,
perché nessuna autorità del governo ha confermato o smentito quello che è successo.
"Il conflitto armato ha cominciato a colpire il Chocó nel 1996 e nel 1997 - ha detto
alla stampa il sacerdote tedesco Uli Kollwitz, responsabile della Commissione Vita,
Giustizia e Pace della diocesi, spiegando la storia della violenza nella regione -.
A quel tempo i paramilitari arrivarono in massa a prendere in consegna il territorio
lungo il fiume Atrato, cosa che ha provocato una reazione da parte della guerriglia,
che ha rafforzato la propria presenza. Oggi ufficialmente non ci sono più paramilitari,
ma la loro presenza è nascosta, così non vanno in giro con pistole e uniformi, ma
la gente li conosce, così hanno lo stesso potere di intimidire. La guerriglia poi
è presente in tutte le zone degli affluenti del fiume Atrato, ha anche il controllo
militare sul territorio e fa pressione su numerose comunità". Dal 1998, quando è stato
aperto l'ufficio di polizia a Llorò, sono stati registrati 39 attacchi o interventi
violenti da parte dei guerriglieri, che hanno provocato la morte di 19 poliziotti,
ha ricordato il sovrintendente Gutierrez. A queste vittime vanno aggiunti più di 800
casi, registrati dalla diocesi, di persone assassinate o scomparse da Llorò per mano
di gruppi armati, legali e illegali. (R.P.)