Unicef: appello per il diritto all’istruzione nei Paesi del Medio Oriente
Settembre è il mese in cui gli alunni di buona parte del mondo torna a scuola, ma
questo non è possibile in alcuni Paesi del Medio Oriente dove proseguono i conflitti
armati. A lanciare l’appello al diritto all’istruzione è il direttore per il Medio
Oriente e il Nord Africa dell’Unicef, Shahida Azfar, che ricorda come l’educazione
dei giovani sia anche un obbligo morale per qualsiasi governo e stima che nell’area
ci siano 4.7 milioni di bambini in età da scuola primaria e 4.3 milioni di ragazzi
in età da scuola superiore che restano fuori dal sistema. In particolare la situazione
è drammatica in Libia, Siria e Yemen. In Libia l’anno scolastico è iniziato il 17
settembre scorso e molte scuole primarie non lesionate che si trovano in aree dove
non si combatte più hanno effettivamente riaperto, ma per l’inizio delle lezioni delle
superiori bisognerà aspettare ancora qualche settimana perché gli edifici sono occupati
dai miliziani. L’Unicef, comunque, sta lavorando a stretto contatto con il Ministero
dell’Istruzione locale. Anche in Siria l’anno scolastico ha preso l’avvio il 18 settembre,
ma già nel corso dell’estate si era riusciti a proteggere lo svolgimento delle lezioni
di recupero per gli studenti del governatorato di Daraa. Nello Yemen, poi, l’anno
scolastico è stato inaugurato, ma già quello precedente, a causa delle manifestazioni
antigovernative, ha subìto uno stop complessivo di due mesi. Molte, inoltre, le scuole
requisite dai militari o utilizzate come ricovero per gli sfollati: 44 nella capitale
Sanaa e 80 nelle città di Aden e Lahj. L’Unicef ha infine ricordato l’esistenza di
una risoluzione Onu che riconosce alle scuole, come già fatto per gli ospedali, lo
status di oasi di sicurezza nelle guerre. (R.B.)