Malawi: sale la tensione politica, anche la Chiesa nel mirino del governo
Da oggi e per tre giorni il Malawi sarà “città morta”: questa l’iniziativa presa dall’opposizione
al governo, in seguito al divieto della polizia alla manifestazione di protesta indetta
per oggi e approvata anche dalla Corte Suprema. La manifestazione, prevista originariamente
per il 17 agosto, era stata poi fatta slittare come segno di buona volontà verso il
presidente Bingu wa Mutharika, in attesa che questi rispondesse alle richieste dell’opposizione.
Il Malawi, ricorda l'agenzia Fides, è da tempo sprofondato in una grave crisi politica
ed economica e anche la Chiesa è entrata nel mirino del governo, come spiega padre
Piergiorgio Gamba, missionario monfortano da 30 anni nel Paese: “Si sono moltiplicati
gli attacchi alle chiese da parte del presidente che ci vede come nemici del suo governo”,
ha detto, spiegando le motivazioni alla base di tanta ostilità: un discorso pubblico
in cui il presidente della Conferenza episcopale locale e vescovo di Mzuzu, mons.
Joseph Mkasa Zuza avrebbe detto che chi crede di essere perfetto e di non avere bisogno
di alcun consiglio è, invece, uno sciocco perfetto, discorso che il presidente ha
creduto essere riferito a sé. Da allora sono iniziati gli attacchi contro le chiese:
“È in atto una vera e propria campagna di diffamazione contro il vescovo, con accuse
molto pesanti verso la sua persona e il suo ministero – ha aggiunto padre Gamba –
e chi accusa un vescovo accusa tutta la Chiesa”. Solidarietà a mons. Zuza è stata
espressa, intanto, dal Public Affairs Committee. (R.B.)