India: solidarietà dei vescovi per le proteste anti-nucleare
Immediata chiusura della centrale di Koodankulam (in Tamil Nadu) e graduale dismissione
di tutte le centrali esistenti in India; una moratoria su tutti i progetti nucleari;
una decisa virata verso le fonti alternative di energia, ecocompatibili: sono le richieste
presentate al governo indiano dalla Commissione “Giustizia e Pace” dei vescovi indiani,
che esprime piena solidarietà verso tutti coloro che – senza distinzione di etnia,
religione, casta, stato sociale – sono giunti al nono giorno di digiuno e di protesta
nonviolenta in Tamil Nadu (India meridionale) per chiedere la chiusura della centrale
nucleare di Koodankulam. In una nota inviata all’agenzia Fides, il segretario della
Commissione,Charles Irudayam, il vescovo presidente, mons. Yvon Ambroise, e altri
vescovi membri, come mons. Gerald Almeida e mons. Mathew Arackal, invitano il governo
a “garantire la protezione dei cittadini e il loro diritto alla vita”, sanciti dell’art.
21 della Costituzione, nonché a proteggere l’ecosistema e la natura (art. 51 della
Carta). I vescovi esprimono amarezza per il comportamento della polizia, che ha caricato
senza motivo manifestanti nonviolenti come studenti, pescatori e lavoratori, accampati
in un sit-in e impegnati in un digiuno di massa. Costoro vedono un pericolo per la
loro vita e la loro tranquillità (in caso di un incidente nucleare) e una minaccia
alla loro sopravvivenza quotidiana, a causa dei danni all’ecosistema che la centrale
produrrà. Mons. Yvon Ambroise, “facendo proprie le gioie, le speranze, i dolori, le
ansie della popolazione”, si è recato ad incontrare i manifestanti, esprimendo loro
sostegno, incoraggiamento e solidarietà della Chiesa indiana. (R.P.)