2011-09-21 12:27:25

Giornata mondiale dei malati di Alzheimer: i primi da curare sono i pregiudizi


Nel mondo i malati di Alzheimer e di altre demenze sono circa 36 milioni, di questi tre quarti non ricevono una diagnosi. Eppure grazie ad interventi tempestivi i governi potrebbero risparmiare fino a 10 mila dollari per paziente. E’ la denuncia del Rapporto mondiale Alzheimer 2011 presentato oggi a Milano, in occasione della 18.ma Giornata mondiale dedicata a una malattia che solo in Italia colpisce un milione di persone. Tanti ancora i pregiudizi da abbattere, come l’errata convinzione che la demenza faccia parte del normale invecchiamento e che non ci sia nulla da fare. Ma chi è il malato di Alzheimer? Al microfono di Paolo Ondarza la presidente della Federazione Alzheimer Italia, Gabriella Salvini Porro:RealAudioMP3

R. – Fondamentalmente, è una persona che perde lentamente le sue capacità. Prima perde la memoria e l’orientamento: non riconosce i posti e poi non riconosce le persone. Fino a un grado avanzato di malattia, la persona che si ha davanti è come quella di prima: il dramma è che quella persona – che è tua mamma, tuo papà, tuo marito o tua moglie – ti sembra uguale, ma dentro non ricorda più la sua identità.

D. – Mettere a disposizione fondi per la ricerca e per la terapia è un investimento. Voi ci tenete a spiegarlo e, pur consapevoli della gravità dell’attuale crisi economica, dite ai governi che spendere ora, significa risparmiare più avanti, più tardi…

R. – In Italia si parla di un milione di persone con demenza, di cui circa 600 mila con malattia di Alzheimer: fra vent’anni saranno due milioni e due milioni vuol dire due milioni di famiglie che non riescono a lavorare, che producono meno, che acquistano meno…

D. – Tra i tanti eventi organizzati per questa Giornata dell’Alzheimer, avete lanciato anche un’iniziativa di sensibilizzazione su Facebook, un canale "giovane" per eccellenza…

R. – Fra gli utenti di Facebook abbiamo chiesto di cancellare, di spostare, di togliere la loro fotografia dal loro profilo e lasciare la sagoma bianca di default, che sta a significare proprio la perdita dell’identità come nel caso della malattia di Alzheimer. Vogliamo raggiungere e sensibilizzare così soprattutto i giovani. (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.