Fmi, taglio delle stime sulla crescita globale. Positivo solo il rialzo entrate fiscali
Mentre il Fondo monetario internazionale (Fmi) taglia ancora le stime sulla crescita
dell’economia mondiale per il prossimo anno, in rallentamento per la debolezza dell’Eurozona
e degli Stati Uniti, emerge un dato in controtendenza: un maggior afflusso medio di
entrate fiscali rispetto al passato, che viene giudicato positivamente dal direttore
del Dipartimento Affari fiscali dell’Fmi, Carlo Cottarelli. Francesca Baronio
lo ha intervistato:
R. – Le notizie
positive sono che negli ultimi due anni c’è stato un miglioramento dei conti pubblici
dei Paesi avanzati e che questo miglioramento è stato: o in linea con le aspettative
per la maggior parte dei Paesi o meglio delle aspettative. Ci sono state delle eccezioni
ovviamente - come Grecia, Portogallo e Irlanda - dove le cose sono andate peggio,
ma in generale i conti fiscali sono migliorati significativamente e più delle aspettative
in molti Paesi.
D. – Nonostante ciò, l’Europa continua ad essere sotto
attacco, cosa si può fare per rassicurare i mercati?
R. – Deve fare
due cose. Prima di tutto, parlare in maniera più chiara: c’è una certa confusione
nelle dichiarazioni che vengono fatte dai diversi rappresentanti dei vari Paesi, anche
se credo ci sia la volontà di trovare una soluzione. La seconda cosa, è muoversi rapidamente
per attuare le decisioni che sono state annunciate il 21 luglio, che sono decisioni
importanti e che fondamentalmente dicono che i Paesi europei sosterranno gli altri
Paesi che sono in crisi se un aggiustamento fiscale e strutturale si verificherà in
questi Paesi.
D. – Chiedere il rigore fiscale e al tempo stesso invocare
la crescita non è come un cane che si morde la coda?
R. – Non credo
che sia un cane che si morde la coda. Occorre fare le cose in maniera corretta, non
esagerare in una direzione o nell’altra. I Paesi hanno necessità nel medio periodo
di avere un aggiustamento fiscale e quindi di avere un piano su come il debito pubblico
sarà ridotto o come sarà ripagato nel medio periodo. I Paesi che hanno un piano e
che non hanno problemi di finanziamento nel breve termine possono nel breve periodo
rallentare l’aggiustamento per evitare di pesare troppo sulla crescita, attraverso
un aumento molto rapido delle tasse o un taglio troppo drastico della spesa.
D.
– Obama ha appena presentato un piano di riforma fiscale: va nella giusta direzione?
R.
– Sì, credo vada nella giusta direzione. E’ un piano importante in termini di aggiustamento
complessivo: nei prossimi dieci anni figura un aggiustamento cumulativo di quattro
trilioni di dollari. E’ un piano che bilanciato guarda sia alla spesa che alla tassazione.
Il problema fondamentale è che questa è una proposta e bisognerà vedere se il Congresso
raggiungerà un accordo per rendere operativo questo piano. (ap)