Corno d'Africa: Salesiani e Acs accanto alla popolazione colpita dalla crisi alimentare
I Salesiani presenti in Etiopia, impegnati nell’attività di coordinamento degli aiuti
per i rifugiati provenienti dalla Somalia e per la popolazione locale, accusano la
comunità internazionale di essersi mossa troppo tardi per la carestia che affligge
il Corno d’Africa e i cui segni erano già evidenti nel dicembre dell’anno scorso.
I Paesi più colpiti dalla gravissima crisi alimentare che secondo l’Onu coinvolgerà
13 milioni di persone delle quali 750mila a rischio morte, sono, oltre alla Somalia
e l’Etiopia, Gibuti, l’Eritrea, il Sud Sudan, l’Uganda e la Tanzania. Uno dei coordinatori
del progetto in loco dell’associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), Mattia
Grandi, riferisce all'agenzia Zenit che la situazione è particolarmente difficile
nel campo di transito di Dolo Odo, dove i somali devono sostare per qualche giorno
in attesa di essere registrati: senza registrazione, infatti, non possono ottenere
lo status di rifugiati e quindi non hanno accesso ai programmi umanitari e alla distribuzione
degli aiuti delle Nazioni Unite. Il campo, previsto per cinquemila presenze, ospita
ora circa 15mila persone, tra cui molte donne e molti bambini e il flusso di persone
che dalla Somalia fuggono dalle aree controllate dalle milizie di Shabaab non conosce
sosta e ammonta a circa duemila persone al giorno. (R.B.)