2011-09-20 15:38:34

Usa: Obama annuncia il piano anticrisi da quattromila miliardi in 10 anni


Quattromila miliardi di dollari in dieci anni. E’ l’entità del piano anti-deficit esposto ieri dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Alla manovra contribuirà sostanzialmente l’aumento dei tributi alle classi più abbienti. Interventi più modesti su sanità e pensioni, mentre 1.000 miliardi verranno risparmiati dal ritiro dei contingenti militari da Iraq e Afghanistan. Da New York, Elena Molinari:RealAudioMP3

“Le mie proposte non sono lotte di classe, ma matematica”. Barack Obama si difende dalle accuse dei repubblicani e contrattacca con un discorso dalla Casa Bianca, ma si è rifiutato di limitarsi a tagliare i servizi, come vorrebbero invece i conservatori. Obama ha chiesto al Congresso di aumentare le tasse per le aziende e per i più ricchi, per un totale di 1.500 miliardi in dieci anni: non per punire chi ha successo ha spiegato l’inquilino della Casa Bianca ma solo per far pagare ai più abbienti e alle imprese la stessa aliquota della classe media. Obama si è augurato un compromesso con i repubblicani: per questo ha offerto tagli anche alla mutua per gli anziani e per i poveri. Ma la rotta di collisione con il partito opposto, in realtà, è delineata. Obama ha promesso, infatti, di porre il veto a qualsiasi piano antideficit che preveda solo tagli ai servizi e nessun aumento delle entrate. E lo speaker della Camera, il repubblicano Boehner, ha giurato di affossare qualsiasi misura che porti ad un aumento fiscale per i ricchi.

E per un’analisi degli effetti economici e politici del piano anticrisi presentato da Obama, Giancarlo La Vella ha intervistato Nico Perrone, docente di Storia Americana all’Università di Bari:RealAudioMP3

R. – Tutti i piani si stanno facendo così… Devo dire che questo americano ha qualche cosa di diverso, perché sembrano non esserci soltanto tagli: sembra che si voglia anche incidere su un costume americano: quello di fare piani di sviluppo che badavano soltanto ai ricchi. Questa volta, in qualche modo, compaiono anche i poveri.

D. – Dal punto di vista politico, quali sono le ricadute per il presidente Obama in questa iniziativa?

R. – Le ricadute immediate le considero più negative che positive, perché l’America che lo ha eletto non si aspettava un piano di questo genere. E’ un piano – a mio parere – rivolto al futuro e al suo futuro elettorale. Quindi, il presidente sembra puntare su una rielezione, che sembrava ormai difficilissima, cambiando totalmente il suo elettorato.

D. – In rapporto agli altri "grandi" del mondo, su questo punto come si pongono gli Stati Uniti?

R. – La diversità questa volta data dall'America stessa e in qualche misura positiva: la durata del piano lascia molto meravigliati, perché piani di così forte proiezione nel tempo sono un po’ inconsueti e di difficile realizzazione. Diciamo che sull’immediato i risultati saranno modesti. Il lavoro sul quale punta il presidente è proprio quello di una pre-campagna elettorale rivolta – e insisto su questo punto – a un elettorato diverso da quello che lo ha portato alla Casa Bianca. Questo vuol dire che il presidente progetta di catturare i suoi voti prevalentemente in quella parte dell’elettorato che non ha votato e che tradizionalmente non vota negli Stati Uniti. (mg)







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