2011-09-20 15:08:46

Usa: mons. Dolan sollecita una maggiore attenzione al dramma della povertà dilagante nel Paese


Mentre continua negli Stati Uniti il dibattito tra le forze politiche sulle misure per rilanciare l’economia, l’arcivescovo di New York Timothy Dolan, nella sua veste di presidente della Conferenza episcopale (Usccb), ha invitato tutti i vescovi e i sacerdoti del Paese a richiamare l’attenzione dei fedeli sul tema della povertà e a fare il possibile per assistere poveri e disoccupati. Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio statistico nazionale, riferiti al 2010, 46 milioni di cittadini americani, di cui 16 milioni di bambini, vivono in condizioni di povertà. “Queste cifre ci fanno capire i costi umani e le conseguenze morali di un'economia frantumata incapace di sfruttare appieno il talento, la forza e il lavoro di tutta la nostra gente”, annota mons. Dolan in una lettera al Comitato amministrativo della Conferenza episcopale, riunitosi la settimana scorsa proprio sul tema della crisi. Esse “non rappresentano per noi dei dati statistici, ma persone che soffrono e che sono ferite nel profondo della loro dignità umana”. La missiva richiama in particolare l’attenzione sulle categorie più vulnerabili: “È particolarmente scoraggiante – afferma – che gli afroamericani e i cittadini statunitensi di origine latinoamericana vivano una condizione di disoccupazione e povertà a livelli nettamente superiori agli altri. In particolar modo, i lavoratori immigranti sono esposti allo sfruttamento e a un trattamento scorretto”. Mons. Dolan osserva come la drammatica realtà della povertà sia in contraddizione con la promessa americana di “libertà e giustizia per tutti”. Contraddice inoltre “il costante insegnamento” della Chiesa Cattolica, che “predica il rispetto per la vita e la dignità di tutti, richiede un'attenzione prioritaria per le persone più disagiate e deboli”, basata sui patti di solidarietà e sussidiarietà e “promuove la dignità del lavoro e la protezione dei lavoratori”. “Il miglior modo per uscire dalla povertà consiste nel lavorare a un salario sufficiente per vivere”, sottolinea ancora l’arcivescovo di New York, ricordando le parole di Benedetto XVI nella Caritas in veritate. Il presule ammonisce quindi che “il bene comune non avanza quando così tante persone vivono senza la dignità di un lavoro e sopportando lo schiacciante fardello della povertà”. Questo fallimento economico “ha elementi istituzionali e universali fondamentali, che sono stati ignorati o peggiorati dalle condotte politiche ed economiche che hanno indebolito la sicurezza e la fiducia in se stessi.” E tuttavia – afferma il presidente della Usccb – non è il momento per fare recriminazioni, quanto piuttosto “di accettare le proprie responsabilità personali e istituzionali così da creare lavoro e superare la povertà, secondo le proprie capacità e opportunità”. Di qui l’invito a tutti – singoli e famiglie, comunità di fedeli, aziende e lavoratori, governo a ogni livello – a “lavorare insieme e a trovare modi efficaci per promuovere il bene comune nella vita economica nazionale”. (L.Z.)







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