2011-09-19 12:35:52

Il Vis inaugura a Luanda una casa famiglia per i bambini poveri dell'Angola


Weekend di festa a Luanda, capitale dell’Angola, per l’inaugurazione della Casa Famiglia “Domenico Savio”. Il progetto, coordinato dal Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo d'ispirazione salesiana, mira al rafforzamento della Rete di Protezione Sociale per la prevenzione, il recupero e il reinserimento di bambini e adolescenti angolani che vivono in condizioni disagiate. Il programma di interventi promosso dal Vis, in collaborazione con l’Unione Europea e la Cooperazione Italiana, prevede anche la riabilitazione di sette strutture di accoglienza tra case famiglia, centri diurni e asili. Camilla Spinelli ha intervistato Fulvia Boniardi, volontaria Vis e responsabile del progetto a Luanda:RealAudioMP3

R. – Abbiamo appena inaugurato una delle case-famiglia che fanno parte di un progetto per il reinserimento sociale dei ragazzi di strada di Luanda. Il progetto prevede una serie di step che iniziano con la sensibilizzazione per le strade, dove i ragazzi si incontrano e vivono normalmente. Poi li invitiamo a venire a conoscere il nostro centro di accoglienza, dove c’è un progetto di alfabetizzazione e dove si svolgono attività sportive ed artigianali. Lo step successivo è il passaggio in queste case-famiglia, dove una coppia angolana accoglie, in media, 10-15 ragazzi.

D. – Quali sono i rischi maggiori cui sono esposti questi ragazzi?

R. – La strada è una vita senza regole, loro spesso fanno uso di droghe e sniffano benzina. Di solito vivono in gruppi in cui, ovviamente, vige la legge del più forte e quindi i più piccoli sono spesso vittime di violenza da parte dei più grandi. Non sono stanziali ma girano per alcune zone della città, cercando soprattutto di guadagnarsi il pane quotidiano attraverso dei lavoretti.

D. – Il vostro obiettivo è anche quello di riabilitare alcune strutture di accoglienza, come ad esempio gli asili...

R. – Accanto al lavoro che si fa direttamente per i ragazzi di strada, c’è anche il lavoro di prevenzione e sensibilizzazione delle famiglie. Stiamo parlando di zone della capitale altamente vulnerabili a livello sociale. Questa sensibilizzazione prevede anche la riabilitazione di tre asili, che ospitano dai 100 ai 120 bambini di età compresa tra i tre ed i cinque anni, i quali vivono in zone dove manca acqua, elettricità, dove la famiglia spesso non ha una struttura come quella cui facciamo riferimento noi. Il rischio, perciò, è che questi ragazzini possano poi fuggire da queste famiglie non appena raggiungono i 9, 10 anni. (vv)







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