2011-09-19 15:11:57

Escalation di violenza nello Yemen: decine di morti in scontri tra manifestanti e forze di sicurezza


Sono almeno 20 le vittime degli scontri in corso a Sanaa e Taez tra manifestanti che chiedono l'allontanamento del presidente Ali Abdallah Saleh e forze di sicurezza yemenite. Tre delle vittime sono soldati dissidenti, due sono bambini. Ne danno notizia fonti mediche. Le vittime di oggi si sommano alle 46 di ieri. Da parte sua, il ministro degli Esteri dello Yemen esprime “dispiacere e condanna per tutti gli atti di violenza ed il sangue versato'' ieri a Saana. Ma della triste domenica di sangue ci racconta, Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

È stata una delle manifestazioni più imponenti degli ultimi mesi. L’opposizione yemenita si è data appuntamento nella capitale Sanà’a; nella piazza del cambiamento, dove i dimostranti erano accampati da mesi. Proprio qui sono scoppiati gli scontri con la polizia, che dapprima ha utilizzato i gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla; poi, è passata alle armi; testimoni hanno raccontato di una vera e propria carneficina e che alcune persone sono state calpestate nella ressa. Da parte sua, il Ministero della difesa ha scritto sul suo sito web che i manifestanti hanno lanciato bombe incendiarie dando fuoco ad un'auto della polizia e ha incolpato il partito di opposizione islamico, Islah, di aver aperto il fuoco sulla marcia di protesta. In mattinata, intensi bombardamenti avevano interessato un quartiere settentrionale di Sanà’a, dove è situata la residenza di un influente capo tribale che ha partecipato alle contestazioni contro il regime. Altre imponenti manifestazioni contro il presidente Saleh, si sono tenute a Taiz, Ibb e Dhammar, tre città a sud di Sanà’a, e a Saada, nel nord.

Medio Oriente: iniziativa palestinese all’Onu, i no di Israele e Hamas
È la settimana dell’appello palestinese all’Onu. Con ogni probabilità il 23 settembre il presidente Abu Mazen presenterà la richiesta di riconoscimento di un proprio Stato davanti alle Nazioni Unite. Israele e Hamas attaccano l’iniziativa, mentre la diplomazia internazionale preme ancora per una riapertura dei negoziati. Il servizio di Fabrizio Angeli:RealAudioMP3

L’hanno chiamata la “tempesta diplomatica perfetta”, prima ancora che sia stata scatenata. La richiesta di riconoscimento di uno Stato palestinese arriverà nelle mani del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon solo venerdì prossimo, ma il sistema di equilibri del Medio Oriente e non solo è già scosso dall’atterraggio a New York del presidente palestinese Abu Mazen. “All’indomani del voto – ha dichiarato il leader dell’Autorità nazionale palestinese – si creerà una situazione molto difficile, ma Israele non dovrebbe lasciarsi sfuggire la chance per la pace”. Il premier israeliano Netanyahu si è detto convinto che il tentativo de”Anp sia destinato a fallire, mentre dalla Striscia di Gaza anche il governo di Hamas l’ha definito “un’avventura politica pericolosa”, ribadendo che Abu Mazen non ha il mandato di tutti i palestinesi. La diplomazia internazionale, Stati Uniti in testa, sta ancora cercando di riportare i contendenti al tavolo delle trattative, per scongiurare un appello dai risultati destabilizzanti. La Palestina vorrebbe un riconoscimento dei confini del 1967, antecedenti l’occupazione israeliana dei Territori, che comprenderebbe Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est come capitale.

I talebani rivendicano l’uccisione di 8 persone a Karachi
Un attentato talebano compiuto davanti a un commissariato di polizia ha causato la morte di almeno otto persone a Karachi, nel Pakistan meridionale. Obiettivo dei terroristi era il comandante del commissariato, rimasto illeso. “Continueremo a colpire quanti sono contro i talebani e contro l’Islam”, ha dichiarato un portavoce. Intanto un drone americano si è schiantato in una zona tribale del nord-ovest del Pakistan, roccaforte di Al Qaeda. Lo si apprende da fonti della sicurezza pakistana.

Ancora proteste e ancora morti in diverse località della Siria
Almeno tre civili sono stati uccisi e altri 15 sono rimasti feriti dal fuoco sparato dalle forze di sicurezza fedeli al presidente al Assad in due diverse località del Paese: a Hirak, nella regione meridionale di Daraa, e a Hula, nei pressi di Homs. Lo riferisce il Consiglio supremo della rivoluzione siriana, una delle piattaforme degli organizzatori delle proteste anti-regime. A Dael, poco distante da Hirak, per tutta la notte si erano svolti cortei di protesta. Rastrellamenti anche in altre regioni della Siria. Secondo i Comitati di coordinamento locale, un'altra piattaforma degli attivisti anti-regime, tra sabato e ieri, 13 civili sono stati uccisi dalle forze lealiste.

Continua l’assedio alle roccaforti di Gheddafi, tensione all’interno del Cnt
Si combatte ancora per le città di Sirte e Bani Walid, residui bastioni fedeli al colonnello Gheddafi. Anche stamani si registrano violenti scontri tra forze dell’ex regime e insorti del Consiglio nazionale di transizione, che nel frattempo faticano a dare alla Libia una stabilità politica. Ieri a causa di imprecisate “divergenze” è slittato l’annuncio da parte del premier Jibril del nuovo governo ad interim, che dovrebbe condurre il Paese alle elezioni e alla stesura di una nuova Costituzione.

Burundi: violenze di ribelli nella capitale, almeno 24 morti
Almeno 24 persone sono morte ieri sera nell’attacco a un bar nei pressi della capitale del Burundi, Bujumbura. Secondo le autorità locali gli attacchi sarebbero opera di banditi armati, mentre per la popolazione i responsabili apparterrebbero alle Forze nazionali di liberazione, che starebbero preparando negli ultimi mesi una nuova ribellione. Il Burundi ha vissuto tra il 1993 e il 2006 una lunga guerra civile che ha provocato 300 mila morti.

Sudan: accordo Nord-Sud per aprire dieci passaggi di frontiera
Il Sudan e il Sud Sudan hanno raggiunto oggi un accordo per l’apertura di dieci passaggi lungo la frontiera comune di duemila chilometri, chiusa ormai da diversi mesi. L’intesa è stata firmata al termine del primo incontro diplomatico ad alto livello tra i due Paesi, dopo la proclamazione d’indipendenza del Sud da Khartum del 9 luglio scorso. “Ci siamo trovati d’accordo – ha dichiarato il ministro della Difesa sudanese – per facilitare i movimenti e la comunicazione tra le popolazioni dei nostri due Paesi”.

Obama presenta piano antideficit da 3mila miliardi: critiche sulla "tassa per ricchi"
Prevede più di tremila miliardi di dollari di tagli al deficit nei prossimi dieci anni il piano che il presidente americano Obama si appresta a presentare oggi alla Casa Bianca. Circa metà dei risparmi arriveranno da un aumento delle tasse per i ricchi e le grandi aziende. Con la nuova “Buffett rule”, ispirata al guru della finanza Warren Buffett, per chi guadagna più di un milione di dollari la pressione fiscale sarà in linea con quella della classe media. Proprio Warren Buffett, infatti, più volte ha denunciato che i ricchi americani pagano una quota inferiore sul reddito in tasse federali rispetto alla classe media, perchè i guadagni sugli investimenti sono tassati meno degli stipendi. Una tassa – ha commentato l’opposizione repubblicana - che “causerà la lotta di classe”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Fabrizio Angeli)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 262







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