Escalation di violenza nello Yemen: decine di morti in scontri tra manifestanti e
forze di sicurezza
Sono almeno 20 le vittime degli scontri in corso a Sanaa e Taez tra manifestanti che
chiedono l'allontanamento del presidente Ali Abdallah Saleh e forze di sicurezza yemenite.
Tre delle vittime sono soldati dissidenti, due sono bambini. Ne danno notizia fonti
mediche. Le vittime di oggi si sommano alle 46 di ieri. Da parte sua, il ministro
degli Esteri dello Yemen esprime “dispiacere e condanna per tutti gli atti di violenza
ed il sangue versato'' ieri a Saana. Ma della triste domenica di sangue ci racconta,
Salvatore Sabatino:
È stata una
delle manifestazioni più imponenti degli ultimi mesi. L’opposizione yemenita si è
data appuntamento nella capitale Sanà’a; nella piazza del cambiamento, dove i dimostranti
erano accampati da mesi. Proprio qui sono scoppiati gli scontri con la polizia, che
dapprima ha utilizzato i gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla; poi, è
passata alle armi; testimoni hanno raccontato di una vera e propria carneficina e
che alcune persone sono state calpestate nella ressa. Da parte sua, il Ministero della
difesa ha scritto sul suo sito web che i manifestanti hanno lanciato bombe incendiarie
dando fuoco ad un'auto della polizia e ha incolpato il partito di opposizione islamico,
Islah, di aver aperto il fuoco sulla marcia di protesta. In mattinata, intensi bombardamenti
avevano interessato un quartiere settentrionale di Sanà’a, dove è situata la residenza
di un influente capo tribale che ha partecipato alle contestazioni contro il regime.
Altre imponenti manifestazioni contro il presidente Saleh, si sono tenute a Taiz,
Ibb e Dhammar, tre città a sud di Sanà’a, e a Saada, nel nord.
Medio
Oriente: iniziativa palestinese all’Onu, i no di Israele e Hamas È la settimana
dell’appello palestinese all’Onu. Con ogni probabilità il 23 settembre il presidente
Abu Mazen presenterà la richiesta di riconoscimento di un proprio Stato davanti alle
Nazioni Unite. Israele e Hamas attaccano l’iniziativa, mentre la diplomazia internazionale
preme ancora per una riapertura dei negoziati. Il servizio di Fabrizio Angeli:
L’hanno chiamata
la “tempesta diplomatica perfetta”, prima ancora che sia stata scatenata. La richiesta
di riconoscimento di uno Stato palestinese arriverà nelle mani del segretario generale
dell’Onu Ban Ki-moon solo venerdì prossimo, ma il sistema di equilibri del Medio Oriente
e non solo è già scosso dall’atterraggio a New York del presidente palestinese Abu
Mazen. “All’indomani del voto – ha dichiarato il leader dell’Autorità nazionale palestinese
– si creerà una situazione molto difficile, ma Israele non dovrebbe lasciarsi sfuggire
la chance per la pace”. Il premier israeliano Netanyahu si è detto convinto che il
tentativo de”Anp sia destinato a fallire, mentre dalla Striscia di Gaza anche il governo
di Hamas l’ha definito “un’avventura politica pericolosa”, ribadendo che Abu Mazen
non ha il mandato di tutti i palestinesi. La diplomazia internazionale, Stati Uniti
in testa, sta ancora cercando di riportare i contendenti al tavolo delle trattative,
per scongiurare un appello dai risultati destabilizzanti. La Palestina vorrebbe un
riconoscimento dei confini del 1967, antecedenti l’occupazione israeliana dei Territori,
che comprenderebbe Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est come capitale.
I
talebani rivendicano l’uccisione di 8 persone a Karachi Un attentato talebano
compiuto davanti a un commissariato di polizia ha causato la morte di almeno otto
persone a Karachi, nel Pakistan meridionale. Obiettivo dei terroristi era il comandante
del commissariato, rimasto illeso. “Continueremo a colpire quanti sono contro i talebani
e contro l’Islam”, ha dichiarato un portavoce. Intanto un drone americano si è schiantato
in una zona tribale del nord-ovest del Pakistan, roccaforte di Al Qaeda. Lo si apprende
da fonti della sicurezza pakistana.
Ancora proteste e ancora morti in diverse
località della Siria Almeno tre civili sono stati uccisi e altri 15 sono rimasti
feriti dal fuoco sparato dalle forze di sicurezza fedeli al presidente al Assad in
due diverse località del Paese: a Hirak, nella regione meridionale di Daraa, e a Hula,
nei pressi di Homs. Lo riferisce il Consiglio supremo della rivoluzione siriana, una
delle piattaforme degli organizzatori delle proteste anti-regime. A Dael, poco distante
da Hirak, per tutta la notte si erano svolti cortei di protesta. Rastrellamenti anche
in altre regioni della Siria. Secondo i Comitati di coordinamento locale, un'altra
piattaforma degli attivisti anti-regime, tra sabato e ieri, 13 civili sono stati uccisi
dalle forze lealiste.
Continua l’assedio alle roccaforti di Gheddafi, tensione
all’interno del Cnt Si combatte ancora per le città di Sirte e Bani Walid,
residui bastioni fedeli al colonnello Gheddafi. Anche stamani si registrano violenti
scontri tra forze dell’ex regime e insorti del Consiglio nazionale di transizione,
che nel frattempo faticano a dare alla Libia una stabilità politica. Ieri a causa
di imprecisate “divergenze” è slittato l’annuncio da parte del premier Jibril del
nuovo governo ad interim, che dovrebbe condurre il Paese alle elezioni e alla stesura
di una nuova Costituzione.
Burundi: violenze di ribelli nella capitale,
almeno 24 morti Almeno 24 persone sono morte ieri sera nell’attacco a un bar
nei pressi della capitale del Burundi, Bujumbura. Secondo le autorità locali gli attacchi
sarebbero opera di banditi armati, mentre per la popolazione i responsabili apparterrebbero
alle Forze nazionali di liberazione, che starebbero preparando negli ultimi mesi una
nuova ribellione. Il Burundi ha vissuto tra il 1993 e il 2006 una lunga guerra civile
che ha provocato 300 mila morti.
Sudan: accordo Nord-Sud per aprire dieci
passaggi di frontiera Il Sudan e il Sud Sudan hanno raggiunto oggi un accordo
per l’apertura di dieci passaggi lungo la frontiera comune di duemila chilometri,
chiusa ormai da diversi mesi. L’intesa è stata firmata al termine del primo incontro
diplomatico ad alto livello tra i due Paesi, dopo la proclamazione d’indipendenza
del Sud da Khartum del 9 luglio scorso. “Ci siamo trovati d’accordo – ha dichiarato
il ministro della Difesa sudanese – per facilitare i movimenti e la comunicazione
tra le popolazioni dei nostri due Paesi”.
Obama presenta piano antideficit
da 3mila miliardi: critiche sulla "tassa per ricchi" Prevede più di tremila
miliardi di dollari di tagli al deficit nei prossimi dieci anni il piano che il presidente
americano Obama si appresta a presentare oggi alla Casa Bianca. Circa metà dei risparmi
arriveranno da un aumento delle tasse per i ricchi e le grandi aziende. Con la nuova
“Buffett rule”, ispirata al guru della finanza Warren Buffett, per chi guadagna più
di un milione di dollari la pressione fiscale sarà in linea con quella della classe
media. Proprio Warren Buffett, infatti, più volte ha denunciato che i ricchi americani
pagano una quota inferiore sul reddito in tasse federali rispetto alla classe media,
perchè i guadagni sugli investimenti sono tassati meno degli stipendi. Una tassa –
ha commentato l’opposizione repubblicana - che “causerà la lotta di classe”. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza e Fabrizio Angeli)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 262