Le Cei promuove la Colletta nazionale per il Corno d'Africa: raccolta fondi in tutte
le chiese italiane
Aiutare il Corno d’Africa, colpito da una terribile carestia, la peggiore degli ultimi
60 anni. Con questo obiettivo, la Conferenza episcopale italiana promuove una colletta
nazionale per questa domenica. La raccolta fondi si svolgerà durante le Messe in tutte
le chiese e le parrocchie e servirà a sostenere l'impegno della Caritas in questa
regione. Isabella Piro ha chiesto a don Vittorio Nozza, direttore della
Caritas, quale tipo d'intervento stiano attuando:
R. – Innanzitutto,
un intervento di assistenza nutrizionale e sanitaria, garantendo cioè a queste numerose
persone la possibilità di essere nutrite ed assistite da un punto di vista sanitario.
In secondo luogo, un progetto di approvvigionamento e di conservazione dell’acqua
in modo tale che possano accedere a questo bene nella maniera più opportuna possibile,
per arrivare anche ad interventi più di futuro e quindi la messa a disposizione di
animali di allevamento e di sementi per l’agricoltura. Sono tre progetti che stiamo
già sostenendo e che sono condivisi con le Caritas nazionali della Somalia, di Gibuti,
del Kenya e dell’Etiopia.
D. - È giusto dire, quindi, che l’obiettivo
della Caritas è anche quello di rompere la catena degli aiuti passivi, ricevuti dall’Africa,
e di rendere queste popolazioni attive nel costruire il loro futuro?
R.
- Sì, questo sì. Logicamente, alla persona affamata bisogna cominciare a consegnare
quelli che sono gli elementi necessari per potersi sfamare subito. Contemporaneamente,
però, questo primo gesto ha bisogno di una molteplicità di altri progetti capaci di
mettere nella condizione, in maniera dignitosa e responsabile, di promuovere il cammino
di vita delle persone. Quindi, una molteplicità di progetti che vanno nella direzione
della promozione umana, dello sviluppo, della cooperazione, ma anche dell’educazione
e della crescita dei piccoli, di coloro che sono concretamente il futuro della vita
di ogni popolazione.
D. - A suo parere l’emergenza del Corno d’Africa
sui mass-media fa ancora notizia?
R. – Purtroppo, alla divulgazione
di questi eventi nella testa e nel cuore di una molteplicità di persone, succedono
poi periodi di grande silenzio, di disattenzione: questo non aiuta né a renderci coscienti
di ciò che nel mondo avviene, ma nemmeno a tenere alta l’attenzione delle stesse istituzioni
nazionali o internazionali perché - di dovere - mettano in atto quelle azioni che
devono essere alla base anche di progetti di interventi sussidiari, quali possono
essere i nostri o di altri entità o organizzazioni non governative.
D.
– Vogliamo ricordare a tutti gli ascoltatori come possono contribuire alla colletta
straordinaria?
R. – Attraverso il conto corrente postale no. 347013,
specificando “carestia Corno d’Africa 2011”, oppure andando sul sito dove si trovano
anche altre opportunità a livello bancario o altro. Tutte le chiese, tutte le comunità
parrocchiali sono state sollecitate a partecipare proprio nel momento più alto, più
bello della comunione e della fraternità, che è la celebrazione dell’Eucaristia, a
trovare il modo di essere generosi, aperti a quella fame di pane e di futuro a cui
le popolazioni del Corno d’Africa hanno bisogno di trovare menti e cuori molto generosi.
Non è tanto e solamente un mettere a disposizione risorse economiche, ma è condividere,
a partire dalla stessa fede, dallo stesso Credo in un Dio che si fa pane, si spezza:
non possiamo non essere attenti nei confronti di fratelli che hanno bisogno proprio
di pane e di futuro, in maniera molto, molto intensa. (mg)