2011-09-17 12:28:16

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 25.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù racconta la parabola sugli operai dell’ultima ora, pagati dal padrone della vigna come quelli che hanno lavorato tutta la giornata. Questi protestano, ma il padrone così risponde a uno di loro:

“Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Da questa domenica cominciano tre parabole sul lavoro nella vigna. Il simbolo della vigna e della vite è molto presente sia nell’Antico Testamento che nel linguaggio parabolico di Gesù. La chiamata a lavorare nella vigna, a diverse ore del giorno, non sottolinea tanto la partecipazione di tutti al lavoro, quanto il desiderio del padrone – cioè di Dio – di offrire a tutti la gioia di lavorare con lui e di conseguenza di partecipare alla sua generosità, che è per tutti uguale. Ai nostri occhi e alla nostra mentalità sembra strano questo egualitarismo di retribuzione fra i primi e gli ultimi: la giustizia secondo Dio, non priva i primi del giusto salario, né fa privilegi per gli ultimi. Dio vuole avere tutti come collaboratori, e per questo esce più volte a cercare operai; e la sua gioia è quella di dare a tutti una retribuzione piena, senza che ci siano privilegi o emarginazioni. Per capire questo modo di agire bisogna avere un cuore nuovo, ricolmo dello Spirito di Dio. L’invidia e la mormorazione dei primi che mal sopportano la generosità verso gli ultimi arrivati ricorda tanti bravi cristiani che non tollerano che ci sia per tutti pari dignità, per tutti un pane e una casa, un benessere comune. Loro ragionano con logiche di mercato: Dio è fuori mercato, è cuore generoso, tanto generoso. A tutti dona la stessa vita piena, con larghezza.







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