Bangladesh. Contadini poveri vendono i reni per pagare i debiti: la denuncia delle
Ong
E’ una pratica crescente che si sta trasformando in un vero e proprio scandalo: nel
nord del Bangladesh i contadini poveri, ridotti in miseria, vendono un rene per pagare
i debiti. Il trapianto avviene grazie a centri medici e cliniche compiacenti in Bangladesh,
India e Singapore: è la denuncia giunta all'agenzia Fides da diverse Ong che operano
in Bangladesh e da operatori umanitari cattolici che segnalano il fenomeno come “sempre
più diffuso e preoccupante”. Rosaline Costa, attivista cattolica dell’Ong “Human Rights
Hotline Bangladesh”, spiega che “le vittime sono contadini e tribali in condizioni
di indigenza. Bande criminali organizzate su base regionale sfruttano la miseria di
persone innocenti, specialmente nelle arre rurali, dove la presenza del governo e
della polizia è minore e vi è più corruzione. Ma la pratica va avanti da anni, nel
silenzio, anche negli slum di città come Dacca. Ora sta venendo alla luce. Come organizzazioni
della società civile chiediamo un deciso intervento della autorità e per fermarlo
e smantellare i gruppi criminali”. Un rene può fruttare da 130mila takas (1.700 dollari
) fino ai 400mila takasa (oltre 5.000 dollari). I contadini spesso non sono consapevoli
che l’intero business del traffico d’organi è illegale, va contro la legislazione
internazionale, è punito in Bangldesh con multa e il carcere. Come informa la stampa
locale, nel distretto di Joypurhat (nord del Bangladesh) la polizia ha già identificato
42 casi di contadini che hanno venduto un rene ma i casi accertati sono oltre 200,
vittime di un racket cresciuto negli ultimi cinque anni. Nell’ultimo decennio traffico
di organi – che ha un giro di affari mondiale di circa 50milioni di dollari l’anno
– è divenuto molto fiorente in Asia del sud, toccando in particolare India e Pakistan.
(R.P.)