Indonesia: estremisti islamici attaccano una famiglia americana accusata di proselitismo
Solo l’intervento della polizia ha salvato la vita a una famiglia americana, attaccata
da una folla inferocita aizzata da una guida religiosa locale. A scatenare l’ira dei
fondamentalisti islamici, l’accusa rivolta al capofamiglia di proselitismo in un’area
a maggioranza musulmana. L’ennesimo incidente di natura confessionale - nei giorni
scorsi si sono registrati scontri tra cristiani e musulmani nelle Molucche, con morti
e feriti - conferma i timori di una deriva estremista in Indonesia, dove è a rischio
il valore supremo – garantito dalla Costituzione – di una società pluralista. La vicenda
- riferisce l'agenzia AsiaNews - risale alla notte del 5 settembre ed è avvenuta nella
zona a ovest di Palu, capoluogo provinciale delle Sulawesi del Sud. Una famiglia statunitense
di quattro persone – il padre David Ray Graeff, di 41 anni, la moglie Georgia, 41,
e i loro due figli Benjamin e Daniel – viveva da due settimane nella zona residenziale
di Bukit Kabonena Permai, dove l’uomo insegnava lingua e letteratura inglese alla
scuola teologica protestante del villaggio di Uwera, distretto di Sigi. Nella notte
una folla di estremisti – aizzati dal leader islamico Muhammad Saleh bin Abubakar
Alaydrus, del gruppo di preghiera islamico Nurul Khairaat – ha attaccato la famiglia,
accusandola di proselitismo in una zona a maggioranza musulmana. La presenza degli
americani veniva considerata una “seria minaccia” e durante il raid gli assalitori
hanno incendiato beni e proprietà, fra cui un minivan, della famiglia. Solo l’intervento
della polizia, già dislocata nell’area per prevenire episodi di violenza, ha evitato
conseguenze peggiori. Come conferma Ari Dono Sukmanto, vice-capo della polizia delle
Sulawesi del Sud, secondo cui è stato necessario allontanare la famiglia per scongiurare
possibili morti o feriti. (R.P.)