2011-09-15 14:33:57

Centro studi musulmani: il tribunale pakistano che giudica Asia Bibi riceve pressioni


C’è più di un’ombra sul caso di Asia Bibi, la donna cristiana 40enne, condannata a morte per blasfemia. Asia è stata giudicata da un tribunale “sotto le evidenti pressioni di islamici estremisti”, e “per una vendetta personale”. Inoltre esiste una evidente irregolarità procedurale: nelle indagini e negli interrogatori preliminari, condotti dalla polizia dopo la denuncia, Asia non ha avuto un avvocato: per questo tutto il processo potrebbe essere invalidato. E’ quanto afferma, in un nota inviata all’agenzia Fides, l’autorevole Centro studi musulmano “Jinnah Institute” di Karachi. Intitolato al fondatore del Pakistan, Muhammad Ali Jinnah, l’istituto è un “think tank” formato da intellettuali musulmani e presieduto dalla parlamentare Sherry Rehman. Fa ricerca nel campo della legalità, dei diritti umani, dello stato di diritto e promuove la costruzione di un Pakistan democratico e laico, come voleva Ali Jinnah. La nota del “Jinnah Institute” su Asia Bibi riporta l’attenzione sul caso della donna che da oltre un anno langue nelle carceri di Sheikhupura, in Punjab. Per la sua liberazione anche Papa Benedetto XVI la lanciato un appello nel novembre 2010. L’avvocato oggi garantitole dalla “Masihi Foundation” – che ha preso in carico il suo caso – sta preparando il ricorso per l’appello all’Alta Corte, ma esiste anche la possibilità di un perdono presidenziale. La sua vicenda è alla base degli omicidi di Salman Taseer, governatore del Punjab, e di Shabhaz Bhatti, Ministro federale per le minoranze religiose, che l’avevano difesa. Il Jinnah Institute riferisce che, sin dal principio, la vicenda giudiziaria di Asia Bibi è stata viziata da irregolarità e strumentalizzazioni. La “Commissione Nazionale sullo Status della donna”, dopo un incontro con Asia Bibi in carcere, ha appurato che “solo 8 giorni dopo l’episodio contestato - in cui Asia avrebbe pronunciato frasi blasfeme - Qari Muhammad Salim, leader religioso musulmano locale, usando tre donne come testimoni, ha potuto registrare una denuncia ufficiale sulla base della quale Asia è stata arrestata”. Negli 8 giorni sono state orchestrate le accuse contro Asia. Tali sospette circostanze – nota il Jinnah Institute – sono descritte nel rapporto scritto da Shabhaz Bhatti e Salman Taseer e consegnato al Presidente del Pakistan, Ali Zardari. Il rapporto denuncia che “il giudice l’ha condannata su pressioni degli estremisti islamici, ignorando i fatti realmente accaduti”. Tali pressioni sono deleterie per il sistema, nota il Jinnah Intitute, ricordando l’omicidio del giudice dell’Alta Corte di Latore, Arif Iqbal Bhatti, ucciso nel 1997 dopo aver emesso una sentenza di assoluzione verso due ragazzi cristiani, Salamat e Rehmat Masih, condannati a morte per blasfemia nel 1995 da un tribunale di primo grado. Inoltre, durante la fase delle indagini e degli interrogatori prima del processo, ad Asia Bibi non è stato riconosciuto il diritto, costituzionalmente sancito, all’assistenza di un legale: un fatto grave, sufficiente a invalidare il verdetto. (R.P.)







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