Elena Aiello, prima Beata in Calabria. Il Papa: "anima eucaristica"
Beatificazione - ieri pomeriggio nella città di Cosenza – di Elena Aiello, fondatrice
delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Migliaia le persone
giunte dall’Italia e dall’estero per assistere - nello stadio comunale di San Vito
- alla celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione
della Cause dei Santi, insieme all’arcivescovo cittadino Salvatore Nunnari e al nunzio
apostolico in Turchia Antonio Lucibello. “La Chiesa che è in Italia gioisce – ha detto
stamane il Papa durante l’Udienza generale – per l’elevazione alla gloria degli altari
di un’anima eminentemente eucaristica”. Il servizio di Roberta Gisotti.
Elena Aiello,
prima donna calabrese ad essere beatificata, nativa di un piccolo paese, Montalto
Uffugo, nella diocesi di Cosenza, una vita sofferta, trascorsa con gli occhi fissi
sul Crocifisso. Moriva a Roma all’età di 66 anni, in odore di santità, nel 1961. 50
anni dopo, nella Festa dell’Esaltazione della Croce, Elena entra nella schiera dei
Beati. Una Beatificazione – ha notato Benedetto XVI - che arriva subito
dopo il Congresso Eucaristico Italiano:
“Illustre figlia della terra
di Calabria, suor Elena Aiello soleva dire: ‘L’Eucarestia è l’alimento essenziale
della mia vita, il respiro profondo della mia anima, il Sacramento che dà senso alla
mia vita, a tutte le azioni della giornata’”.
Emozione in Calabria
dove per la prima volta si svolge un rito di Beatificazione, che assume particolare
significato, come sottolinea il cardinale Angelo Amato:
"È
un evento storico, di grande rilevanza sia spirituale, perché presenta ai fedeli calabresi
una figura esemplare di santità cristiana, sia culturale, perché i giorni e le opere
dell'Aiello edificarono la terra calabra con una testimonianza evangelica eroica.La sua santità si manifestava in una straripante bontà verso tutti, soprattutto
verso i piccoli e i disagiati e presto il popolo la chiamò la 'Monaca santa'".
Quarta
di 8 figli, ad 11 anni Elena perde la mamma e due anni dopo fa voto di abbracciare
la vita religiosa, desiderio che riesce a coronare pienamente solo in età matura dopo
tante traversie. Nel 1928 avvia a Cosenza la sua opera per l’accoglienza della fanciulle
orfane, che sarà poi la Congregazione delle Minime della Passione di Nostro Signore
Gesù Cristo, riconosciuta nel 1949. Ma cosa comporta la via minima della spiritualità
percorsa dalla Beata Elena, lo spiega il cardinale Amato:
"Implica la
Via Crucis del sacrificio quotidiano mediante un’obbedienza pronta e serena alla volontà
di Dio, come partecipazione alla passione di Gesù".
La vita di Elena
- indica il cardinale Amato – è un modello straordinario anche per i nostri tempi:
"Madre
Aiello ci conferma che anche in Calabria è possibile vivere il Vangelo in grado eroico,
è possibile, cioè, farsi santi. E la Calabria ha bisogno della bellezza spirituale
dei santi. La Madre ci ricorda che sono stati anche - e forse soprattutto - i santi
a fare l'Italia unita, con la loro attività assistenziale ed educativa, creando istituzioni
di accoglienza e di protezione dei piccoli, degli orfani, degli emarginati. Madre
Aiello agì non dilapidando beni e ricchezze altrui, ma lavorando e pagando di persona,
effondendo su tutti il buon odore dell'immensa carità di Cristo".