2011-09-14 14:45:58

Elena Aiello, prima Beata in Calabria. Il Papa: "anima eucaristica"


Beatificazione - ieri pomeriggio nella città di Cosenza – di Elena Aiello, fondatrice delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Migliaia le persone giunte dall’Italia e dall’estero per assistere - nello stadio comunale di San Vito - alla celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione della Cause dei Santi, insieme all’arcivescovo cittadino Salvatore Nunnari e al nunzio apostolico in Turchia Antonio Lucibello. “La Chiesa che è in Italia gioisce – ha detto stamane il Papa durante l’Udienza generale – per l’elevazione alla gloria degli altari di un’anima eminentemente eucaristica”. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

Elena Aiello, prima donna calabrese ad essere beatificata, nativa di un piccolo paese, Montalto Uffugo, nella diocesi di Cosenza, una vita sofferta, trascorsa con gli occhi fissi sul Crocifisso. Moriva a Roma all’età di 66 anni, in odore di santità, nel 1961. 50 anni dopo, nella Festa dell’Esaltazione della Croce, Elena entra nella schiera dei Beati. Una Beatificazione – ha notato Benedetto XVI - che arriva subito dopo il Congresso Eucaristico Italiano:

“Illustre figlia della terra di Calabria, suor Elena Aiello soleva dire: ‘L’Eucarestia è l’alimento essenziale della mia vita, il respiro profondo della mia anima, il Sacramento che dà senso alla mia vita, a tutte le azioni della giornata’”.

Emozione in Calabria dove per la prima volta si svolge un rito di Beatificazione, che assume particolare significato, come sottolinea il cardinale Angelo Amato:

"È un evento storico, di grande rilevanza sia spirituale, perché presenta ai fedeli calabresi una figura esemplare di santità cristiana, sia culturale, perché i giorni e le opere dell'Aiello edificarono la terra calabra con una testimonianza evangelica eroica. La sua santità si manifestava in una straripante bontà verso tutti, soprattutto verso i piccoli e i disagiati e presto il popolo la chiamò la 'Monaca santa'".

Quarta di 8 figli, ad 11 anni Elena perde la mamma e due anni dopo fa voto di abbracciare la vita religiosa, desiderio che riesce a coronare pienamente solo in età matura dopo tante traversie. Nel 1928 avvia a Cosenza la sua opera per l’accoglienza della fanciulle orfane, che sarà poi la Congregazione delle Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, riconosciuta nel 1949. Ma cosa comporta la via minima della spiritualità percorsa dalla Beata Elena, lo spiega il cardinale Amato:

"Implica la Via Crucis del sacrificio quotidiano mediante un’obbedienza pronta e serena alla volontà di Dio, come partecipazione alla passione di Gesù".

La vita di Elena - indica il cardinale Amato – è un modello straordinario anche per i nostri tempi:

"Madre Aiello ci conferma che anche in Calabria è possibile vivere il Vangelo in grado eroico, è possibile, cioè, farsi santi. E la Calabria ha bisogno della bellezza spirituale dei santi. La Madre ci ricorda che sono stati anche - e forse soprattutto - i santi a fare l'Italia unita, con la loro attività assistenziale ed educativa, creando istituzioni di accoglienza e di protezione dei piccoli, degli orfani, degli emarginati. Madre Aiello agì non dilapidando beni e ricchezze altrui, ma lavorando e pagando di persona, effondendo su tutti il buon odore dell'immensa carità di Cristo".







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