In Italia è previsto per oggi pomeriggio il voto della Camera dei Deputati sulla manovra
finanziaria anti-crisi, che è stata illustrata questa mattina al Quirinale dal presidente
del Consiglio Berlusconi. Lo stesso Napolitano è intervenuto sulla crisi economica
europea, ricordando come “il consolidamento dell'euro non sia solo una priorità essenziale
per l'Europa ma costituisca anche un interesse vitale per l'economia mondiale”. Al
parlamento europeo di Strasburgo, intanto, il presidente della Commissione europea
Barroso ha fatto il punto sulle prossime misure da intraprendere per superare la crisi.
Il servizio di Michele Raviart:
La Commissione
europea proporrà l’introduzione sul mercato degli Eurobond e una tassazione sulle
transizioni finanziarie. Queste alcune delle iniziative anti-crisi presentate a Strasburgo
dal presidente della commissione europea Barroso, che ha tuttavia avvertito come tali
misure “non saranno una panacea” per l’Europa. Il presidente non ha risparmiato neanche
critiche ai governi dei Paesi “euroscettici”, che con i loro veti metterebbero a repentaglio
“la credibilità di tutte le istituzioni europee”. Una crisi, quella che sta colpendo
l’eurozona, che per Barroso è “aggravata dal pessimismo” degli Stati Uniti. Un Paese
nel quale, secondo gli ultimi dati ufficiali del governo federale, una persona su
sei vive attualmente sotto la soglia di povertà. Ed è proprio una società finanziaria
americana, “Moody’s”, a declassare il rating delle banche francesi Sociète Generale
e Credite Agricole, giudicate particolarmente esposte sul mercato al debito pubblico
della Grecia. Una Grecia che vede sempre più vicina l’ipotesi di un fallimento controllato,
anche se questa mattina una commissione governativa ha annunciato nuove misure e nuove
riforme per convincere la troika formata da Fondo Monetario Internazionale, Unione
Europea e Banca Centrale Europea sulla sempre più precaria credibilità del governo
greco. Intanto la Cina sta ancora valutando se aiutare o meno i Paesi dell’Unione,
acquistando in particolare i titoli del debito pubblico italiano: sul piatto della
bilancia il riconoscimento a Pechino dello status di “economia di mercato”, una designazione
tecnica che spalancherebbe ulteriori porte alle esportazioni e agli investimenti
cinesi nel mondo.