“La scuola: un bene per tutti”, iniziativa dell'arcidiocesi di Torino
È iniziato il nuovo anno scolastico e per l’occasione l'arcidiocesi di Torino organizza
dal 9 al 15 ottobre una settimana dedicata all’educazione, dal tema “La scuola: un
bene per tutti”. Obiettivo della Settimana è far percepire il sistema educativo come
punto focale dell’attenzione della comunità ecclesiale e civile e sottolineare l’impegno
degli educatori, valorizzando i giovani. Come e perché è nata questa iniziativa? Ne
ha parlato Giorgia Innocenti, con Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo
di Torino:
R. - La scuola
rappresenta una delle realtà più importanti dal punto di vista educativo. La Cei ci
ha affidato questo programma decennale - “Educare alla vita buona del Vangelo” - e
abbiamo allora pensato di attivare un'azione prendendo in esame i problemi della scuola,
attorno anche a quelli che sono gli impegni, non solo di quanti all’interno della
scuola svolgono il loro compito di servizio - e quindi i docenti, i dirigenti e le
famiglie - ma anche nella comunità ecclesiale in modo che la scuola non sia considerata
una realtà un po’ a sé stante, ma diventi punto di forza, di rinnovamento, una rete
educativa alta nel territorio.
D. - Ha un augurio in particolare per
gli studenti e per gli insegnanti che iniziano questo nuovo anno scolastico?
R.
- Certamente rivolgerò loro un messaggio, nel quale anzitutto rivolgerò un richiamo
agli studenti affinché si rendano sempre più attivi e più responsabili sia attraverso
l’impegno dello studio, sia attraverso anche una valorizzazione della scuola in tutte
le sue qualità. Gli studenti non sono oggetti di cura, ma sono soggetti, protagonisti
e devono quindi sentirsi anche loro impegnati a dare anche il loro contributo, proprio
- direi - a livello di stima, di disponibilità, di partecipazione e di attività, di
corrispondere agli stimoli che vengono da una parte dei docenti, sollecitando anche
un po’ le famiglie. Per i docenti, l’augurio è che siano certamente stimati, perché
è una categoria, alle volte, anche a livello sociale, che ha bisogno di essere sostenuta
a livello economico.
D. - Oggi la disoccupazione dilaga anche tra i
giovani laureati, ragazzi che hanno creduto nel sistema educativo e che molto spesso
sono costretti a fuggire all’estero...
R. - Tra tutto il precariato
è quello certamente più spinoso e - direi - più problematico e sul quale bisogna intervenire,
perché quando una generazione di giovani è impegnata a dare il massimo, investendo
nella scuola e trovando un proprio percorso di valorizzazione e di professionalità,
si trova poi di fronte ad una società che non è capace di accogliere le loro potenzialità,
di dare luce, di dare speranza, insomma di dare loro un futuro… (mg)