India: cancellati gli ordini di demolizione per le chiese in Orissa
E’ una vittoria per la Chiesa cattolica dell’Orissa: il governo locale del distretto
di Kandhamal, teatro delle violenze anticristiane del 2008, ha annunciato la revoca
degli ordini di demolizione per cinque chiese. Le strutture rischiavano di essere
demolite in base a una ordinanza che sosteneva che gli edifici erano sorti su suolo
demaniale, senza autorizzazione. I cristiani affermavano il loro diritto di ricostruire
le oltre 230 fra chiese e cappelle distrutte nell’ondata di violenza del 2008. La
decisione di bloccare le demolizioni – informano fonti locali dell'agenzia Fides –
è stata presa dopo l’incontro fra le autorità e una delegazione di cristiani dell’Orissa
che includeva due sacerdoti (padre Mathew Puthyadam e padre Jashabandh Pradhan), un
laico cattolico (Jyotisen Parichha) e un missionario monfortano (fratel K. J. Markose).
I cristiani hanno anche lamentato la presenza di elementi “anti-sociali”, che continuano
a intimidire i fedeli e a minare la pace sociale e religiosa nel distretto. Il dirigente
del distretto di Kandhamal ha dato ampie garanzie alla delegazione sul blocco della
demolizione della cappella nel villaggio di Padunbadi e per le altre chiese in questione,
assicurando inoltre misure per fermare i gruppi di provocatori. Nell’incontro si è
anche parlato dei risarcimenti dovuti ai fedeli che hanno perso case e proprietà,
altro tema su cui le autorità civili hanno ribadito di voler provvedere. Sulla situazione
locale, Fratel K. J. Markose ha detto che “a Kandhamal la pace è ancora un miraggio.
Si vive nella paura. I cristiani locali non hanno nemmeno avuto il coraggio di ricordare
pubblicamente i martiri del 2008. La nostra gente è ancora nelle tende, vive in condizioni
di estrema povertà e molti hanno paura di ritornare a visitare i loro villaggi natii.
Ai cristiani viene impedito perfino di riparare o ricostruire le loro case. Nè possiamo
ricostruire le chiese che i radicali indù rasero al suolo nel 2008”. Sulle attività
dei gruppi radicali indù, il missionario racconta un episodio esemplare: “Nelle scorse
settimane vi è stato un incontro di militanti radicali indù a Phulbani. Molti hanno
parlato contro i cristiani, diffondendo odio, lanciando false accuse e affermando
che essi sono contro la nazione indiana. Ma nessuno dei cristiani locali ha avuto
il coraggio di denunciare l’accaduto alla polizia, alla stampa o di segnalarlo al
magistrato locale”. (R.P.)