Il Papa per l'incontro della Comunità di Sant'Egidio a Monaco: la religione è una
forza di pace se Dio non diventa proprietà personale
Un incontro per scendere più in profondità nello spirito di pace e di riconciliazione.
E’ così che Benedetto XVI nel messaggio inviato al cardinale Marx, arcivescovo di
Monaco, ha salutato l’apertura ieri dell’incontro “Religioni e culture in dialogo”,
organizzato in Baviera dalla Comunità di Sant’Egidio. Dopo la Messa della mattina,
e una commemorazione dell’11 settembre 2001 in collegamento audio-video con New York,
nel pomeriggio l’avvio ufficiale alla presenza del presidente della Repubblica Federale
di Germania, Christian Wulff. La nostra inviata a Monaco, Francesca Sabatinelli:
“Noi esseri
umani siamo legati gli uni agli altri”. E’ compito dell’uomo dare un contenuto positivo
al vivere insieme che “può diventare un inferno se non impariamo ad accoglierci gli
uni gli altri”. E così che il Papa mette in guardia gli uomini dal voler essere altro
che se stessi e li invita ad aprirsi e ad offrirsi agli altri, il che, sottolinea,
“può essere anche un dono”. E’ il contenuto del messaggio che Benedetto XVI ha inviato
all’arcivescovo di Monaco, cardinale Marx, in occasione dell’incontro di Sant’Egidio
apertosi ieri nella città bavarese. L’appello del Papa prende spunto dal titolo dell’incontro
“Bound to live together”, “ Destinati a vivere insieme”. “Il soggetto del convivere
– scrive il Papa – è oggi l’umanità tutta intera”. Benedetto XVI ricorda come l’incontro
di tutte le religioni nel 1986 a Assisi, così come quello di questi giorni a Monaco,
“rappresentano occasioni in cui le religioni possono interrogare se stesse e chiedersi
come diventare forze del convivere”. “Se la religione fallisce l’incontro con Dio,
se abbassa Dio a sé, invece di elevare noi verso di lui, se ne fa in un certo senso
una nostra proprietà, allora in tal modo può contribuire alla dissoluzione della
pace. Se essa invece conduce al divino, al creatore e redentore di tutti gli uomini,
allora diventa una forza di pace”. “Sappiamo che anche nel cristianesimo ci sono state
distorsioni pratiche dell'immagine di Dio, che hanno portato alla distruzione della
pace. Tanto più tutti noi siamo chiamati a lasciare che il Dio divino ci purifichi,
per diventare uomini di pace”. Benedetto XVI ribadisce l’importanza delle iniziative
per la riconciliazione e la pace susseguitesi negli ultimi 25 anni ma anche le molte
occasioni perdute e i passi indietro. Cita i terribili atti di violenza e terrorismo
avvenuti all’alba del terzo millennio e i vecchi conflitti ai quali si aggiungono
nuovi scontri e nuovi problemi. “Tutto ciò – conclude - mostra che la pace è un
mandato permanente a noi affidato e contemporaneamente un dono da invocare”.
Del
terrorismo ha parlato Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, in apertura dei lavori
ieri pomeriggio. Dall’11 settembre – ha detto – sulla scia di una cultura generalizzata
del conflitto, il dialogo apparve una pericolosa ingenuità, a vantaggio dell’idea
di guerra come di uno strumento per affermare il diritto. Dopo l’11 settembre, ha
proseguito, molti plaudirono al terrorismo, lo spirito di Assisi apparve una utopia.
Occorre dire basta a un decennio di cultura generalizzata del conflitto, ha quindi
ripetuto il fondatore di Sant’Egidio: tra lo scontro di civiltà e la globalizzazione
volgare, ridotta solo all'economia, c’è il largo campo della costruzione dell’unità
nella diversità. Oggi e domani si svolgeranno oltre trenta panel e diversi forum,
durante i quali leader religiosi, uomini di cultura e della politica di tutti i Paesi
si confronteranno su svariate tematiche, come quella cruciale dell’immigrazione. Importante
l’intervento questa mattina del presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti,
mons. Antonio Maria Vegliò. La diversità culturale è una caratteristica dell’identità
europea – ha detto – si è però assistito al risorgere di un’era del nazionalismo
che ha fatto registrare marginalizzazione anche violenta delle popolazioni minoritarie,
l’adozione di politiche ostili alla differenza culturale, che hanno incitato alla
paura della diversità. “L’incontro delle diverse culture è una ricchezza. C’è bisogno
– ha concluso – di insegnare a rispettare e apprezzare le varie culture, scoprendo
gli elementi positivi".